Il termine cibo funzionale è stato introdotto in Giappone intorno alla metà degli anni ’80 e questi fatto potrebbe farci pensare, specialmente se crediamo che il moderno sia migliore dell’antico, che questo sia un moderno concetto frutto delle osservazioni scientifiche. Ci sbagliamo. Il fatto che gli alimenti possano fornire benefici terapeutici non è affatto un concetto moderno, dato che la frase
“Fai in modo che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”
fu pronunciata circa 2500 anni fa da Ippocrate, il padre della medicina.
Ma tutto sommato queste conoscenze sono anche molto più antiche. Mi limiterò a citare un solo esempio tra i tanti, quello dell’aglio, ben conosciuto per le sue qualità terapeutiche dai sumeri 2600-2100 a.C e dai Cinesi già a partire dal 2700 a.C.
Purtroppo, questa filosofia del “cibo come medicina” cadde in relativa oscurità nel XIX secolo con l’avvento della moderna terapia farmacologica.
La distruzione della medicina naturale per sostituirla con quella chimica e quindi brevettabile e fonte di enormi profitti
I primi segni della ripresa, anche se tenuti volutamente nascosti, si possono far risalire a Casimir Funk, biochimico di origine polacca trapiantato in America, che è considerato il padre delle vitamine.
Funk coniò il termine Vitamina –Amina della vita– nel 1912 dopo la scoperta di una sostanza in grado di curare il beri-beri,una grave malattia provocata da una dieta incentrata quasi esclusivamente sul riso brillato, e poi divenuta tiamina o vitamina B1, con cui riusciva a curare rapidamente i malati.
Naturalmente non si tratta solo del ruolo delle vitamine ma di tante sostanze contenute negli alimenti naturali, Sali minerali, Pre e Probiotici, Antiossidanti, Omega 3 etc. un elenco lunghissimo.
La ricerca, quella vera, non quella dei vaccinisti ha cominciato a identificare componenti fisiologicamente attivi negli alimenti sia vegetali che animali (rispettivamente noti come fitochimici e zoochimici) che potenzialmente possono ridurre il rischio di una varietà di malattie croniche.
Questi eventi, uniti a una maggior attenzione alla salute almeno da parte di alcuni, si sono uniti negli anni ’90 per creare la tendenza che ora conosciamo come “cibi o alimenti funzionali“.
L’International Life Sciences Institute li definisce come:
“alimenti che, in virtù della presenza di componenti fisiologicamente attivi, forniscono un beneficio per la salute oltre la nutrizione di base” (1)
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NUTRIRE IL CERVELLO, VIVERE SANI E NON SOLO DIMAGRIRE
bibliografia citata
International Life Sciences Institute (1999) Safety assessment and FUNCTIONAL FOODS 3779potential health benefits of food components based on selected scientific criteria. ILSI North America Technical Committee on Food Components for Health Promotion. Crit. Rev. Food Sci. Nutr. 39: 203–316
