Depressione maggiore e Omega-3 (ma non solo).
Stando al Sito del Ministero della Salute, che riporta i dati dello studio ESEMeD (European Study of the Epidemiology of Mental Disorders) in Italia, la prevalenza della depressione maggiore e della distimia nell’arco della vita è dell’11,2% (14,9% nelle donne e 7,2% negli uomini). Nelle persone ultra 65enni la depressione maggiore e la distimia hanno una prevalenza nell’ultimo anno pari al 4.5% (ma tra le persone istituzionalizzate di questa età la prevalenza è molto più elevata, in alcune casistiche arriva fino al 40%). Da numerose indagini epidemiologiche risulta che il 2% dei bambini e il 4% degli adolescenti ha in un anno un episodio di depressione che dura almeno 2 settimane. Si tratta di numeri davvero gravi.
Secondo i dati esposti in varie conferenze internazionali organizzate dal National Institute of Healt (USA), l’olio di pesce può aiutare a combattere determinati disturbi mentali come , appunto, la depressione maggiore. Evidenze scientifiche suggeriscono che un elevato consumo di Acidi Grassi Essenziali, in particolare degli Omega-3 presenti nel pesce e nella frutta secca, appare essere collegato ad un basso rischio di depressione e ad un miglior trattamento nei casi di depressione maniacale e schizofrenia.
Ecco una breve rassegna di opinioni circa il legame tra Acidi Grassi Essenziali e depressione maggiore:
“Studi epidemiologici negli Stati Uniti ed in altre nazioni suggeriscono che il decremento nel consumo di acidi grassi a catena lunga n-3 sia correlato con un incremento percentuale di depressione”(1).
“Il consumo di pesce appare essere un importante fattore protettivo: è significativamente associato ad una bassa incidenza di depressione maggiore; i dati ottenuti fanno ipotizzare che alcuni sottogruppi di pazienti con tendenze suicide possano diminuire il rischio di atti autolesionistici attraverso il consumo di EPA (Acido Eicosapentaenoico)”(2).
“…è stato riscontrato che pazienti sofferenti di depressione maniacale, quando trattati con capsule contenenti olio di pesce per un periodo di oltre quattro mesi, esperivano un marcato miglioramento delle proprie condizioni”(3).
“..il gruppo di pazienti nutrito con Omega-3 ha avuto un più lungo e significativo periodo di remissione… gli acidi grassi Omega-3 hanno migliorato e diminuito il decorso della patologia nel campione di pazienti con disturbo bipolare”(4).
Uno studio più recente è una review di 3 studi sugli Omega-3 nel trattamento della depressione che sono stati portati avanti da un gruppo di ricerca al Beer Sheva Mental Health Center (Israele).Gli studi, condotti su soggetti e metodiche diverse hanno comunque evidenziato, in primo luogo l’assenza di effetti collaterali negativi. Oltre ciò l’uso degli Acidi grassi Omega-3 si è dimostrata più efficace in modo significativo rispetto al placebo per il trattamento del disturbo depressivo sia negli adulti che nei bambini ed efficaci anche nel disturbo bipolare(5).
Potremmo ricordare che la Dieta Zona da sempre consiglia l’uso di alimenti come il pesce e la frutta secca ricchi di Omega-3, ma vogliamo anche ricordare un aspetto completamento diverso, ma complementare, nella cura e la prevenzione della depressione, anche questo da sempre al centro di quanto promosso dalla Dieta Zona. Si tratta dell’attività fisica. Ci limitiamo qui a pochi semplici esempi.
L’esercizio fisico ha, tra i molti altri effetti(6,7), quello di far aumentare fortemente, anche a seguito di moderato esercizio fisico (50 minuti su un tapis roulant o su una cyclette al 70-80% della frequenza cardiaca massima) la concentrazione nel sangue di una sostanza chiamata Anandamide.
Tale sostanza è un Endocannabinoide (un neuro trasmettitore che mima gli effetti dei composti psicoattivi presenti nella Cannabis) e, come tutti i cannabinoidi, compresi quelli di origine vegetale, tende ad aumentare la nostra libido ed ha effetti antidepressivi. Un altro studio(8) ha confrontato i risultati di tre tipi di terapia antidepressiva.
Il campione era costituito da 156 persone sofferenti di un Disturbo Depressivo Maggiore, diagnosticato con le metodologie cliniche standard. Un terzo del campione fu avviato a una terapia di solo esercizio fisico aerobico, un terzo ricevette la somministrazione di Sertraline (un antidepressivo), e l’altro terzo ricevette una combinazione dei due trattamenti. Dopo 4 mesi avvenne la valutazione dello stato dei pazienti dei tre gruppi in corso di trattamento. Il miglioramento dei partecipanti e la percentuale di coloro che non presentavano più sintomi depressivi fu simile nei tre gruppi con diverse terapie. Ma sei mesi dopo, quando ormai la terapia era terminata, si dimostrò che coloro che erano migliorati e/o guariti completamente solo con l’esercizio fisico e che avevano continuato a esercitarsi in proprio, avevano un tasso di ricaduta nella depressione molto inferiore a quello dei pazienti che si erano curati con le pillole.
Un ultimo aspetto, troppo spesso ignorato, è costituito dall’importanza del rilassamento, il terzo pilastro della Dieta Zona. Esistono molti studi riguardo all’utilità delle tecniche di rilassamento e meditazione nella terapia della Depressione. Qui ci limitiamo a citare uno studio(9) che riguarda una tecnica ben nota come la Mindfulness, che si è dimostrata utile a mantenere nel tempo forti miglioramenti dell’umore in persone depresse.
Concludendo, l’uso di una alimentazione in Zona, ricca di Omega-3, una adeguata attività fisica e l’adozione di una tecnica di rilassamento e meditazione per eliminare i pensieri automatici, possono costituire un’ottima terapia nel Disturbo Depressivo.
Come è organizzata la Dieta Zona personalizzata che riceverà segui il video su YOU-TUBE
La tua dieta Zona personalizzata costa solo 50 euro, fai il Test adesso
2) Hibbeln, J.R. (settembre 1998). Essential Fatty Acid Status and Markers of Serotonergic Neurotransmission in Alcoholism and Suicide.
3) Stern, A. (maggio 1999). Fish Oil Found to Ease Manic Depression.
4) Stoll, A.L. (settembre 1998). Conference on Polyunsaturated Acids and the Brain.
6)Dietrich A, McDaniel WF.(2004). Endocannabinoids and exercise. Br J Sports Med. Oct;38(5):536-41.