Vitamina D (liposolubile)
Vitamina D è il nome collettivo di colecalciferolo (vitamina D3) ed ergocalciferolo (vitamina D2), che sono precursori di ormoni con un ruolo importante nella regolazione del metabolismo del calcio e dei fosfati, ma non solo. In questa pagina si trattano i seguenti argomenti:
- Una sintesi.
- Cosa è.
- Da dove proviene.
- Livelli di assunzione.
- Perché è comunque importante assumere vitamina D con la dieta?
- Assorbimento della vitamina D.
- A cosa serve?
- Non solo ossa.
- Essenziale per le difese immunitarie.
- Vitamina anticovid.
- Altre malattie gravi.
Una sintesi.
Il seguente articolo scientifico, Vitamin D: A millenium perspective, tradotto integralmente, ci dice che:
“La vitamina D è uno degli ormoni più antichi che sono stati prodotti nelle prime forme di vita per oltre 750 milioni di anni. Il fitoplancton, lo zooplancton e la maggior parte delle piante e degli animali esposti alla luce solare hanno la capacità di produrre vitamina D. La vitamina D è di fondamentale importanza per lo sviluppo, la crescita e il mantenimento di uno scheletro sano dalla nascita fino alla morte. La funzione principale della vitamina D è quella di mantenere l’omeostasi del calcio. Lo fa aumentando l’efficienza dell’intestino per assorbire il calcio alimentare. Quando c’è calcio inadeguato nella dieta per soddisfare il fabbisogno di calcio del corpo, la vitamina D comunica agli osteoblasti che segnalano ai precursori degli osteoclasti di maturare e dissolvere il calcio immagazzinato nell’osso. La vitamina D viene metabolizzata nel fegato e poi nel rene in 1,25-diidrossivitamina D [1,25(OH)2D]. I recettori 1,25(OH)2D (VDR) sono presenti non solo nell’intestino e nelle ossa, ma in un’ampia varietà di altri tessuti, inclusi cervello, cuore, stomaco, pancreas, linfociti T e B attivati, pelle, gonadi, ecc. 1,25(OH)2D è una delle sostanze più potenti per inibire la proliferazione delle cellule normali e iperproliferative e indurle a maturare. È anche riconosciuto che un’ampia varietà di tessuti, inclusi colon, prostata, mammella e pelle, possiede il macchinario enzimatico per produrre 1,25(OH)2D. 1,25(OH)2D e suoi analoghi sono stati sviluppati per il trattamento della psoriasi iperproliferativa. La carenza di vitamina D è un grave problema di salute non riconosciuto. Non solo provoca rachitismo nei bambini, osteomalacia e osteoporosi negli adulti, ma può avere effetti di lunga durata. La carenza cronica di vitamina D può avere gravi conseguenze negative, tra cui un aumento del rischio di ipertensione, sclerosi multipla, tumori del colon, della prostata, della mammella e delle ovaie e diabete di tipo 1. È necessario comprendere meglio l’importanza della vitamina D per la salute e il benessere generale.”
Cosa è.
Fatta questa premessa generale, preciso che per vit. D si intende un gruppo di secosteroidi (un tipo di steroide con una struttura ad anello “rotto”) liposolubili, necessario per molte funzioni biologiche, in primo luogo l’omeostasi e il metabolismo del calcio e del fosfato, promuovendo la crescita fisiologica dello scheletro, il rimodellamento osseo e prevenendo la degenerazione ossea con l’età. Promuove anche l’assorbimento intestinale del calcio, del fosfato e del magnesio. Oltre questo, ha un ruolo importante sulla crescita cellulare, su varie funzioni neuromuscolari e immunitarie, e sulla riduzione dell’infiammazione. La vit. D, nelle giuste condizioni di illuminazione solare, può essere sintetizzata in dosi adeguate dalla maggior parte dei mammiferi e quindi non è necessariamente un elemento dietetico essenziale. A rigor di termini non dovrebbe nemmeno essere considerata una vitamina ma piuttosto un pro-ormone, attivabile nell’ormone calcitriolo, che produce i suoi effetti interagendo con un recettore nucleare situato in più cellule di tessuti differenti.
Da dove proviene.
Come abbiamo detto i composti più importanti sono la vit. D3 (colecalciferolo) e la vit. D2 (ergocalciferolo) – che tuttavia dovranno essere trasformati in calcitriolo (forma ormonale attiva). La principale fonte è costituita dalla produzione endogena del colecalciferolo (vit D3) a livello della pelle, partendo dal colesterolo, attraverso una reazione chimica che dipende dall’esposizione alla luce solare (in particolare dall’irradiazione UVB). Ovviamente colecalciferolo e l’ergocalciferolo vengono assunti anche con la dieta, ma solo pochi alimenti sono interessanti come contenuto.
In condizioni normali l’esposizione alla luce solare è sufficiente per soddisfare i bisogni di calciferolo dell’organismo. Tuttavia, soprattutto per sicurezza, in Italia si consigliano i seguenti Livelli di assunzione.
lattanti 10÷25 µg
bambini 1÷3 anni 10 µg
bambini 4÷10 anni 0÷10 µg
ragazze e ragazzi 11÷17 anni 0÷15 µg
adulti 0÷10 µg
anziani 10 µg
gestante 10 µg; nutrice 10 µg.
Nota:
1 UI = 0,025 µg di calciferolo
1 µg di calciferolo = 40 UI di vit.D.possono essere considerati buone fonti di vitamina D.
Sono ottime fonti alimentari soprattutto pesce, fegato e tuorlo d’uovo, mentre nessuna frutta o verdura apporta livelli interessanti di vitamina D. In effetti al di fuori del regno animale, solo alcune alghe e certe specie di funghi mostrano concentrazioni “interessanti” di vitamina D.
Tracce più o meno importanti di vitamina D sono state rilevate nelle foglie di diverse piante, soprattutto della famiglia delle Solanaceae (ad es. foglie di pomodoro e patata). Esistono prove che le microalghe potrebbero essere l’origine dell’alto contenuto di vitamina D nel pesce, in quanto base della catena alimentare.
Inoltre, è stato dimostrato che anche alcune macroalghe, come l’alga bruna Sargassum multicum, possono contenere quantità elevate di vitamina D (90 μg/100 g). Vitamin analysis of five planktonic microalgae and one macroalga
Tuttavia, le macroalghe di largo consumo non sono considerate una fonte soddisfacente di vitamina D.
Ad esempio, uno studio ha trovato un contenuto irrisorio di vitamina D (0,01 µg/100 g di peso secco) nel kombu fresco australiano. Vitamin D Content of Australian Native Food Plants and Australian-Grown Edible Seaweed.
Perché è comunque importante assumere vitamina D con la dieta?
Essendo la vitamina D prodotta dall’organismo, in funzione dei raggi UVB della luce solare, si potrebbe pensare che sia superfluo assumerla anche con la dieta. Il problema è che la captazione dei raggi UVB nella popolazione risulta piuttosto variabile, basta pensare alle popolazioni del Nord Europa che per molti mesi all’anno praticamente non vedono sole, o anche più semplicemente alle differenze che comunque esistono, tra nord e sud Italia. Inoltre anche se in estate è relativamente facile prendere il sole, in inverno a causa dell’abbigliamento e della minor presenza di sole, può diventare semplice cominciare a non produrre più abbastanza vit.D.
Per questo è bene, specialmente nella brutta stagione, consumare alimenti contenenti vit.D.
Naturalmente anche in inverno si possono attuare misure come esporre viso o braccia al sole, ma questo dipende dall’iniziativa di ognuno di noi e dalle consizioni climatiche
Assorbimento della vitamina D.
L’assorbimento nell’intestino della vit. D assunta con gli alimenti è legato alla via dei grassi alimentari, infatti il calciferolo è assorbito a livello intestinale con le stesse modalità dei lipidi e quindi entra a far parte delle micelle, che si formano per combinazione dei sali biliari con i prodotti derivanti dall’idrolisi dei lipidi. Il calciferolo viene assorbito per diffusione passiva negli enterociti e successivamente incorporato nei chilomicroni e trasportato in circolo attraverso i vasi linfatici mesenterici. Va notato, però, che a differenza delle altre vitamine liposolubili, il calciferolo non viene immagazzinato nel fegato.
A cosa serve?
La funzione principale e più nota di questa vitamina è quella di favorire la mineralizzazione dell’osso, aumentando l’assorbimento intestinale di fosforo e calcio, e diminuendo l’escrezione di calcio nell’urina. La quasi totalità delle cellule è capace di legare la vit. D attraverso una proteina presente all’interno della cellula, detta recettore della vit. D, ed è pertanto sottoposta all’azione della sua forma biologicamente attiva, detta calcitriolo.
Sicuramente non è un caso che la la vitamina D venne scoperta nel corso della ricerca della sostanza dietetica mancante nei bambini affetti da rachitismo (la forma infantile dell’ osteomalacia). Ecco perché gli integratori di vitamina D vengono tutt’oggi somministrati per trattare o prevenire l’osteomalacia, il rachitismo e l’osteoporosi.
L’osteomalacia è una patologia ossea che può colpire gli adulti e che rappresenta l’equivalente del rachitismo nei bambini, dal momento che in entrambi i casi la causa è rappresentata da una carenza di vit. D. Si tratta di un’osteopatia metabolica caratterizzata da un difetto di mineralizzazione ossea. Il risultato è una massa ossea di volume normale, ma che presenta un ridotto contenuto minerale, e ciò rende l’osso fragile e suscettibile di malformazioni, fratture e dolori. Diversamente, l’Osteomalacia è caratterizzata il volume della microarchitettura ossea risulta conservato, quello che è diminuito è il suo contenuto minerale.
Diversamente nell’Osteoporosi si osserva una riduzione della quantità di matrice ossea, che però è normalmente mineralizzata. Il rachitismo è una patologia scheletrica (osteopatia) con esordio nell’infanzia, che è causata da un difetto nella mineralizzazione della matrice ossea e potenzialmente responsabile, in uno stadio avanzato, di deformità e fratture ossee.
Non sola ossa.
Oltre all’azione sul tessuto osseo, la vit. D svolge molte altre funzioni che sono raccolte come azioni extra-scheletriche della vit. D. Fondamentale è il contributo della vit. D al funzionamento sistema immunitario. In particolare, la vit. D è fondamentale per l’attivazione della prima linea di difesa contro alcuni microrganismi patogeni poiché aumenta la capacità delle cellule del sistema immunitario, preposte a questa funzione, di eliminare microrganismi. Inoltre la vit. D ha la capacità di modulare la risposta infiammatoria controllando il grado di attivazione di molte cellule del sistema immunitario e la produzione di fattori che intervengono nell’infiammazione.
Essenziale per le difese immunitarie.
Un primo studio a carattere generale sull’argomento descrive una serie di scoperte che hanno portato alla proposta che i metaboliti 25-idrossilati della vit. D sono regolatori intracellulari chiave della sintesi e dell’azione delle molecole di defensine presenti in natura contro gli antigeni batterici. Vitamin D in Defense of the Human Immune Response.
Un altro articolo, Frontiers in vitamin D; basic research and clinical application. Vitamin D regulation of macrophage -dependent innate immunity, ci dice che “Recentemente sono state descritte due funzioni chiave della vitamina D: l’induzione di peptidi antimicrobici e l’autofagia nelle cellule del lignaggio monociti/macrofagi, rivelando un quadro molto più chiaro del ruolo della vitamina D come immunomodulatore, in particolare nell’immunità innata contro agenti patogeni quali come Mycobacterium tuberculosis”.
Vitamina anticovid.
Andando nello specifico sul Covid 19, l’articolo Mini-Review on the Roles of Vitamin C, Vitamin D, and Selenium in the Immune System against COVID-19 ci dice che “Studi recenti su pazienti affetti da COVID-19 hanno dimostrato che le carenze di vitamina D e selenio sono evidenti nei pazienti con infezioni acute delle vie respiratorie. La vitamina D migliora la barriera fisica contro i virus e stimola la produzione di peptidi antimicrobici. Può prevenire le tempeste di citochine diminuendo la produzione di citochine infiammatorie.”
Un altro articolo, Putative roles of vitamin D in modulating immune response and immunopathology associated with COVID-19 ci dice che: “Poiché la stragrande maggioranza delle persone entra nelle unità di terapia intensiva e muore, ha avuto una grave carenza di vitamina D, quindi, quest’area deve essere indagata seriamente. Inoltre, questo articolo valuta il ruolo della vitamina D nel ridurre il rischio di COVID-19.”
Il seguente articolo: Role of vitamin D in preventing of COVID-19 infection, progression and severity. Diversi studi hanno dimostrato il ruolo della vitamina D nel ridurre il rischio di infezioni virali acute del tratto respiratorio e la polmonite. Questi includono l’inibizione diretta con la replicazione virale o con metodi antinfiammatori o immunomodulatori. Anche questo studio: Vitamin D and survival in COVID-19 patients: A quasi-experimental study ci dice che, in conclusione, l’integrazione in bolo di vitamina D3 durante o appena prima di COVID-19 è stata associata negli anziani fragili a COVID-19 meno grave e a un migliore tasso di sopravvivenza.
Gli articoli scientifici che parlano dell’utilità estrema della vit.D, magari in associazione con la vit. C, E ed altre, oltre ai minerali ed altri antiossidanti verso i vari tipi di infezione compreso il Covid, sono in numero ormai illimitato.
Scommetto che il vostro medico non ve lo detto.
Altre malattie gravi.
Ma questa vitamina rientra in molte altre problematiche. Come ci dice l’articolo Vitamin D and hypertension, la carenza di vit. D è stata collegata a malattie autoimmuni, cancro, malattie metaboliche e malattie cardiovascolari. L’ipertensione arteriosa, come principale fattore di rischio cardiovascolare, è stata anche correlata alla carenza di vit. D, portando alla convergenza di due importanti problemi di salute prevalenti nella popolazione mondiale. Per quanto riguarda le malattie cardiovascolari un articolo: Vitamin D, cardiovascular disease and mortality ci dice che la carenza di vit. D è comune e il sistema cardiovascolare è un tessuto bersaglio per la vit. D. Studi sperimentali hanno mostrato effetti benefici della vit. D sui fattori di rischio cardiovascolare, sul cuore e sui vasi sanguigni.
Lo studio: Mounting Evidence for Vitamin D as an Environmental Factor Affecting Autoimmune Disease Prevalence dice che un basso stato di vit. D è stato implicato nell’eziologia di malattie autoimmuni come la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, il diabete mellito insulino-dipendente e le malattie infiammatorie intestinali. Il livello ottimale di assunzione di vit. D richiesto per supportare la funzione immunitaria ottimale non è noto, ma è probabile che sia almeno quello richiesto per ossa sane. Sperimentalmente, la carenza di vit. D determina una maggiore incidenza di malattie autoimmuni.
Per quanto riguarda il cancro, lo studio Vitamin D and cancer ci dice che diversi livelli di evidenza supportano la relazione tra vit. D e cancro: (1) bassi livelli circolanti di vit. D sono associati ad un aumentato rischio di sviluppare il cancro, (2) un’elevata assunzione di vit. D è associata a un ridotto rischio di cancro, (3) l‘aggressività di un tumore è minore in estate quando la produzione di vit. D è maggiore.
La review Vitamin D and Metabolic Diseases: Growing Roles of Vitamin D ci dice che è stato riscontrato che un basso livello di vit. D nel siero è associato a vari tipi di malattie metaboliche come obesità, diabete mellito, insulino-resistenza, malattie cardiovascolari inclusa l’ipertensione. Vari studi hanno riportato che l’insufficienza o la carenza di vit. D è collegata al rischio di sindrome metabolica.
Mi sono limitato a citare pochissimi studi tra quelli disponibili che in realtà sono centinaia e spesso migliaia. Si tratta, quindi, di informazioni liberamente disponibili su motori di ricerca specializzati come Pub Med, ma che vengono nascoste al grande pubblico dai mezzi di disinformazione al servizio della mafia farmaceutica.
Sta quindi a noi informarci di tutto quello che riguarda la nostra salute.
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