La storia di Roberto : ” Error ” è la terza della serie di: Da Lunedì mi metto a dieta.
Storie vere tratte dalla mia esperienza ambulatoriale dove si capisce come l’alimentazione ed i rapporti con il cibo siano strettamente collegati alle nostre emozioni, ai nostri sentimenti ed ai nostri stati d’animo.
Mangiare, quindi, non è solo introdurre Carboidrati, Proteine e Grassi, ma è un qualcosa che dipende da ... e che allo stesso tempo condiziona … tutti gli aspetti emotivi ed affettivi di una persona. Spero che queste storie aiutino a capirlo.
Devo fare una precisazione. Forse alcune delle storie che racconto in questi testi e nei video intitolati “Da lunedì mi metto a dieta”, vi potranno far sorridere come hanno, a volte, fatto sorridere me nel ripensarci. Non dobbiamo mai dimenticare, però, che dietro anche a delle storie apparentemente divertenti, si nasconde sempre un piccolo o grande dramma umano che merita comunque rispetto. Il nome di Roberto è, ovviamente, di fantasia.
Non mi era mai successo fino ad allora e, per fortuna, non mi è più successo nel corso della mia attività professionale, di essere testimone e partecipe in prima persona di una serie di eventi avversi come successe con Roberto.
Lavoravo all’epoca in uno studio di un istituto di estetica di una piccola cittadina in provincia di Firenze e, fino ad allora, non avevo mai avuto particolari problemi.
Quando arrivo, la segretaria dell’istituto mi annuncia di avermi preso all’ultimo momento un altro appuntamento con un suo conoscente che vorrebbe dimagrire, Roberto, appunto.
La particolarità della stanza in cui lavoravo era quella di avere 2 porte di accesso, non chiedetemi perchè non lo ho mai capito
Venendo dall’esterno, la prima era una normalissima porta di legno, mentre la seconda, la più interna, era una porta a doppio battente tipo saloon dei film western. L’unica particolarità, a cui però non avevo fatto caso fino a quel giorno, consisteva nel fatto che i due battenti erano piuttosto piccoli e che, quindi, lo spazio utile per passare era molto inferiore a quello dell’altra porta.
Roberto, indirizzato dalla segretaria sua amica, supera con facilità la porta più esterna ma, data la mole, rimane incastrato nella seconda porta. Lo vedo dimenarsi nel tentativo di superare la strettoia e così mi alzo immediatamente per cercare di aiutarlo.
Per fortuna dopo svariati sforzi di assottigliamento da parte sua e dopo che lo ho tirato energicamente per un braccio, Roberto è riuscito finalmente, anche se un poco paonazzo, ad entrare. Mi sono scusato con lui per la porta, ma d’altra parte non l’avevo mica costruita io.
Roberto si siede e cominciamo a parlare ed a prendere le misure. Quello che mi colpisce di lui è la ricorrenza del numero 18. Roberto aveva infatti, all’epoca della visita, 18 anni, era alto 180 centimetri e pesava 180 chili.
Se appurare l’età fu molto semplice perché me la disse lui, ed anche l’altezza, grazie alla stecca metrica a parete, fu presa con facilità, il problema nacque col peso. Lo faccio infatti salire sulla bilancia, uno di quei modelli elettronici e digitali, in più dotati di parola.
E l’unica parola che la bilancia fu in grado di dire tutte le volte che Roberto ci salì sopra fu
“ Error ”.
Ci rinunciammo. Per fortuna Roberto lavorava nell’ingrosso di frutta e verdura del padre dove c’era una bilancia per i prodotti alimentari, sicuramente più affidabile di quella dell’ambulatorio. Roberto si era pesato la mattina stessa e solo grazie alla sua previdenza potei scrivere sulla sua scheda il suo peso, 180 chili, appunto.
Passiamo quindi a valutare la sua massa grassa per poi calcolare quella magra e fare i calcoli per i blocchi. Avevo all’epoca un piccolo impedenziometro a manipolo che mi aveva egregiamente servito per molti anni. Immetto i dati di Roberto, glielo faccio tenere tra le mani e premo “Start” . Per fortuna l’impedenziometro, a differenza della bilancia, era muto, ma il risultato non fu molto diverso perché invece della percentuale di massa grassa cominciò a lampeggiare la scritta “ Error ”. Di nuovo.
Lasciai perdere e dissi a Roberto che avrei fatto i calcoli manualmente. Per fortuna il buon vecchio metro da sarto non si guastò e riuscì a finire le misure.
La seduta volgeva alla fine e io stavo già mentalmente valutando se fosse meglio che io uscissi prima di lui per tirarlo per il braccio attraverso la porta a battenti come avevo fatto al suo arrivo, oppure se era meglio che io rimanessi nella stanza per spingerlo da dentro, quando avvenne l’ultimo dramma, inaspettato.
Roberto mi stava chiedendo alcune delucidazioni sull’applicazione della dieta Zona personalizzata che gli avevo prospettato e io lo stavo guardando negli occhi quando, inspiegabilmente, Roberto cominciò a divenire sempre più basso fino a che il suo viso arrivò all’altezza del piano della scrivania. Lui ammutolì ed anche io. Mi alzai immediatamente per capire cosa fosse successo e mi resi conto che la sua sedia, una di quelle sedie pieghevoli ad X, aveva improvvisamente ceduto sotto il suo peso, arrivando con la seduta all’altezza del pavimento.
Devo riconoscere a Roberto una grossa dose di tolleranza, mi disse che gli era già successo un’altra volta e, addirittura, insisteva per pagare la sedia. Gli dissi che non mi pareva proprio il caso. Ovviamente la sedia fu buttata via e sostituita con una più robusta.
Roberto cominciò a seguire la dieta in modo piuttosto rigoroso e perse circa 2/3 chili al mese. Cominciò anche una attività fisica lieve, perché, con quel sovrappeso, una attività intensa può sovraffaticare il cuore. Lo ricordo quando era arrivato, dopo molto tempo, a 140 chili.
Poi trovò lavoro in un’altra città e non lo ho più visto. Mi ha telefonato un paio di volte per dirmi che continuava lentamente a scendere di peso.
Lo spero per lui.
Grazie per la vostra attenzione,vi aspetto per un’altra puntata di: “Da lunedì mi metto a dieta”.
Storia di Marco: Faccio la dieta dell’Astronauta. YOU-TUBE
Storia di Adele: Mangio solo 2 mele al giorno. YOU-TUBE
Storia di Roberto: Error YOU-TUBE
Storia di Azzurra: Io qui non ci volevo venire. YOU-TUBE
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