La storia di Azzurra : ” Io qui non ci volevo venire ” è la quarta della serie di: Da Lunedì mi metto a dieta.
Storie vere tratte dalla mia esperienza ambulatoriale dove si capisce come l’alimentazione ed i rapporti con il cibo siano strettamente collegati alle nostre emozioni, ai nostri sentimenti ed ai nostri stati d’animo.
Mangiare, quindi, non è solo introdurre Carboidrati, Proteine e Grassi, ma è un qualcosa che dipende da, .. e che allo stesso tempo condiziona, .. tutti gli aspetti emotivi ed affettivi di una persona. Spero che queste storie aiutino a capirlo.
Devo fare una precisazione. Forse alcune delle storie che racconto in questi testi e nei video intitolati “Da lunedì mi metto a dieta”, vi potranno far sorridere come hanno, a volte, fatto sorridere me nel ripensarci. Non dobbiamo mai dimenticare, però, che dietro anche a delle storie apparentemente divertenti, si nasconde sempre un piccolo o grande dramma umano che merita comunque rispetto. Il nome di Azzurra è, ovviamente, di fantasia.
Il primo contatto con Azzurra è indiretto. Ricevo infatti una telefonata dai genitori o, per meglio dire, dalla mamma, che mi chiama per prendere un appuntamento per la figlia che ha 16 anni.
La mamma mi spiega che la figlia ha problemi di peso e che hanno visto su Internet che io, oltre ad essere Nutrizionista sono anche Psicologo. Questo le fa pensare che io sono più adatto di altri per una dieta per la figlia. Quando mi dicono questo, specialmente se non è la persona direttamente interessata a dirmelo, cominciano a tremarmi un poco le gambe, ma d’altronde purtroppo ho questo doppio ruolo e non posso prendermela con nessuno se non con me stesso.
Il problema, mi dice la signora, è che loro abitano a Roma e preferirebbero venire in uno dei posti in cui visito un poco più vicini a loro, piuttosto che fino a Firenze.
Dico alla signora che per me è assolutamente lo stesso e fissiamo un appuntamento per la settimana successiva presso il piccolo ambulatorio medico di…
Quando la segretaria li fa entrare nella stanza, aggiungendo al contempo una sedia perché ce ne erano solo due, l’impressione che ho è quella di un carcerato scortato da due agenti della Polizia Penitenziaria, uno davanti, la madre, ed uno di dietro, il padre. Mancavano solo le manette ma era come se ci fossero. Si siedono nelle tre sedie di fronte a me con la carcerata… volevo dire con Azzurra, nel mezzo.
Ho visto molte anoressiche nel corso degli anni, molte venute per una dieta dimagrante. Azzura però riesce a colpirmi comunque. Sarà che è quasi estate ed Azzurra indossa un cortissimo paio di pantaloncini jeans da cui escono le due gambe o, per meglio dire, due femori con due tibie rivestite di pelle. Anche dalla maglietta senza maniche emergono due appendici filiformi che dovrebbero essere le braccia.
Il viso non saprei dire, dato che da quando è entrata, Azzurra guarda fissamente verso la parete di sinistra mentre i capelli castani, piuttosto lunghi, le coprono il profilo destro, quello rivolto dalla mia parte.
Visto che l’eloquio della madre sembra inarrestabile, mi vedo costretto a fermarla alzando una mano verso di lei. Chiedo ad Azzurra quale è la sua opinione riguardo a quello che ha detto la madre e lei, continuando a fissare intensamente la parete sinistra dell’ambulatorio mi risponde:
“ Io qui non ci volevo venire”.
L’odio nei miei confronti galleggia nell’aria.
Invito i genitori ad uscire dalla stanza. Loro mi guardano un poco meravigliati ma ubbidiscono senza fiatare.
Chiedo ad Azzurra cosa mangia di solito. Lei continua a fissare la parete di sinistra. Percepisco nell’aria, anche se non sono mai stato un “sensitivo”, che le dà anche fastidio rispondermi, penso per il disprezzo che ha verso di me. In base a passate esperienze e come poi lei mi confermerà alcune settimane dopo, io non sono altro che un complice nella congiura dei genitori per farla mangiare e diventare ancora più grassa di quanto è ora.
Comunque alla fine mi risponde e mi dice che mangia a pranzo e a cena del radicchio e dell’insalata. A volte finocchi crudi e, almeno una volta al giorno, anche frutta tipo arance o mele per le vitamine. Le chiedo se mangia mai carne, pesce o simili. Mi dice che i genitori cercano tutti i giorni di farle mangiare queste cose e magari pane e pasta ma che lei, al massimo, mangia una o due volte la settimana pochissimo pesce. Nient’altro. Guardandola non stento a crederle.
Mi dice che non sopporta di avere la pancia.
Questa sua affermazione mi fa scattare una risposta, non meditata e non soppesata. La cosa peggiore che si possa fare in queste situazioni.
“ Mi devo complimentare con te, Azzurra. Non credo che tu abbia grosse nozioni di fisiologia del corpo umano, ma nonostante questo sei riuscita, da sola, a scoprire come dimagrire ingrassando. Brava”
Finisco la frase e sto per maledirmi per quello che mi è scappato detto, ma in quel mentre, dopo oltre mezz’ora che fissava la parete di sinistra, Azzurra si volta di scatto verso di me, guardandomi negli occhi e mi dice:
“Cosa vuoi dire!!”
-I giovani non danno più del Lei alle persone più anziane, mi viene da pensare-
Noto nei suoi occhi non tanto l’odio che percepivo prima galleggiare nella stanza, ma un sentimento nuovo, un misto di stupore e di curiosità. Prendo fiato e continuo a mantenere, senza lasciarlo mai, il contatto oculare. Inaspettatamente ho stabilito un rapporto con questa persona e non lo posso lasciar perdere. Non ci sarà una seconda occasione. Mi viene in mente, chissà da dove e chissà perché, proprio in quel momento, il detto latino, che poi in realtà proviene da una favola del greco Esopo, “Hic Rhodus, hic salta”. Sto per chiedermi se è una citazione attinente alla situazione, forse no, ma lascio perdere, non ho tempo per questo. Cerco di ricacciare Esopo nell’antichità, pur con tutto il rispetto.
Per fortuna qualche nozione sull’alimentazione ce l’ho e poi, lo confesso senza vergogna, mi approfitto un poco della giovane età della ragazza che mi fa escludere che lei possa avere grosse nozioni di biochimica, di fisiologia ed endocrinologia, anche se con le Anoressiche, come so per esperienza, non si può mai dire.
E quindi mi addentro in una dotta spiegazione sul fatto che, quando l’apporto glucidico è insufficiente, l’organismo mette in atto dei meccanismi d’emergenza per sopperire al fabbisogno glucidico del Sistema Nervoso Centrale tramite la Gluconeogenesi – uso ovviamente tutti i paroloni che mi vengono in mente – e così per far salire la glicemia, che è poi quello che fa ingrassare (lo dice anche Barry Sears che chiamo a testimone), se l’organismo non trova abbastanza grasso per produrre glucosio da mandare al cervello, utilizza gli altri tessuti ed in primo luogo i muscoli. Ci infilo dentro alcuni ormoni assortiti, – fanno sempre il loro effetto – nonché una descrizione del pancreas, dove è collocato e la forma che ha e concludo dicendo che con l’insalata, come fa lei, si crede di dimagrire ma in realtà si ingrassa.
O, come le avevo detto, si dimagrisce ingrassando. Si è vero, lo so anche io che detta così è davvero tirata per i capelli, ma in fondo l’ho detto a fin di bene e poi fidavo, bene o male, sull’autorità che mi derivava dal camice.
Azzurra mi crede completamente e, incredibile a dirsi, mi sorride. Sono diventato un amico ed un alleato.
Mi chiede come fare per non ingrassare e se la posso aiutare.
Le dico che la posso aiutare ma che ha bisogno, secondo me, di ricostruire la sua massa muscolare, consumata dalla gluconeogenesi come le avevo spiegato prima. E d’altronde sono proprio i muscoli quelli che bruciano l’energia ed impediscono di ingrassare. Ergo, se uno non ha muscoli ingrassa. Il ragionamento non fa una piega.
Naturalmente le faccio presente che i muscoli, a parità di volume, pesano più del grasso e che quindi se facciamo una dieta che la aiuti a rimettere della massa muscolare sarà inevitabile aumentare di peso, ma aumentare di peso non significa necessariamente ingrassare. Le faccio anche l’esempio – lo so che è un esempio stupido ma è quello che mi è venuto in mente sul momento – dei sassi in tasca.
“ Vedi è come se tu ti mettessi in tasca due sassi da 1 chilo l’uno. Se ti pesi così, pesi due chili di più, ma mica sei ingrassata di 2 chili”
Rimango stupito ma accetta il ragionamento. Le dico che per vedere come va ho bisogno di prendere un poco di misure per capire quale è il punto di partenza. Le preciso, prima di cominciare, che se per caso dalle misure venisse fuori che è anche troppo magra, non avrò problemi a dirglielo. Si tratta di tabelle, di dati oggettivi non di mie o sue opinioni. Voglio sapere se si fida di me e delle tabelle, altrimenti perdiamo tempo entrambi. Mi dice di sì.
I dati sono questi:
Altezza 158 centimetri. Mi dice di pesare 40 chili ma le chiedo di misurarsi. La bilancia dello studio, di solito precisa, mi dice 37,5 chili. È vero che è un poco giovane per calcolare l’Indice di Massa Corporea come agli adulti, ma la madre mi aveva detto che era da tempo che aveva smesso di crescere in altezza, così come era scomparso il ciclo mestruale. La Natura, per quello che aveva potuto, era corsa ai ripari cercando di risparmiare energia. l’IMC è di 15!!
Se si considera che il sottopeso comincia quando si scende sotto 18 e che sotto 17/16 comincia a diventare grave, c’è da chiedersi come faccia a stare in piedi. Era quello che mi chiedevo comunque prima di sapere il peso. Considerando la sua struttura ossea sottile, un longitipo, con 158 cm di altezza, prendendoli per definitivi, dovrebbe avere un peso forma compreso tra 46,5 e 50,2 kg. Lei si ribella solo all’idea ma io le dico che al momento non mi interessano le tabelle. Eravamo d’accordo che gliele avrei mostrate e io avevo mantenuto la parola, ora stava a lei mantenerla.
Ci rimettiamo alla scrivania e le propongo una Dieta Zona da 10 blocchi. Si lo so che qualcuno mi dirà che Barry Sears dice – giustamente – di non fare diete sotto gli 11 blocchi, ma riuscire a far fare una colazione da 2 blocchi, due spuntini da 1 blocco e due pasti da 3 blocchi a una che mangiava fino ad allora solo un po’ di insalata ed un’ arancia, a me sembra non sia poco. Poi si starà a vedere.
Comunque a lei ho detto che quella era una dieta che di solito davo agli obesi per farli dimagrire!! Quindi in pratica le davo una dieta dimagrante. Quello che voleva lei. Le ho anche anticipato che, una volta che fosse aumentata la sua massa muscolare, avrei dovuto darle 1 blocco di più, per nutrire i muscoli in più che aveva e per evitare che si rimettesse in moto il meccanismo di prima, cioè del dimagrire ingrassando. Mi ha detto che le stava bene.
Confesso che dopo un poco mi sono perso nelle cose che stavo dicendo e non capivo più dove dicevo verità scientifiche e dove creavo Biochimica di fantasia. Comunque ha funzionato.
Mi ha anche parlato della sua famiglia, il conflitto con la madre e la sua invadenza. Me ne ero accorto. L’Anoressia è spesso un modo per prendere il potere in famiglia quando ci si sente schiacciati, a torto o a ragione. Spesso si fanno errori cercando di far bene. È una cosa comune. Ma in una società che promuove la magrezza patologica come un modello, certi errori dei genitori possono innescare meccanismi pericolosi. Ma sarebbe un discorso molto lungo…
Le spiego la dieta in dettaglio e le chiedo la sua parola che la seguirà senza eliminare nulla, nemmeno l’aborrito l’olio d’oliva:
“Che poi tanto l’olio non incide sulla glicemia e quindi non ti fa ingrassare, praticamente è come non mangiarlo e quindi tanto vale mangiarlo almeno non ti viene fame che altrimenti se mangi ingrassi”
Le preciso, meravigliandomi di me stesso. Avrei potuto fare il politico, mi viene da pensare.
Richiamiamo i genitori. Stoppo subito la madre che ricominciava con i lamenti verso la figlia che non mangia e che la fa impazzire, e li informo degli accordi alimentari raggiunti con Azzurra, dicendo che il giorno dopo avrei inviato la dieta personalizzata da 10 blocchi, una copia alla figlia ed una alla madre, per conoscenza.
Azzurra si dice soddisfatta della dieta, la madre promette di seguire la figlia e di aiutarla, sapendo di dovermi informare se Azzurra non stesse ai patti. Si impegna anche a non pretendere che mangi niente di più di quanto scritto sulla dieta.
Chiedo un esplicito impegno della madre a non parlare più dell’alimentazione della figlia fintanto che questa seguirà la dieta e chiedo ad Azzurra l’impegno a seguire la dieta scrupolosamente, rivolgendosi a me per ogni problema. Mi assumo il ruolo di testimone e garante super partes tra loro due. Accettano
Do ad Azzurra il mio indirizzo Skype che diviene il nostro mezzo di comunicazione, mentre la madre si metterà in contatto con me, in caso di bisogno, via telefono. Chiedo ad Azzurra di pesarsi settimanalmente, in presenza della madre e di comunicarmi il peso.
Il padre tace, come aveva sempre fatto. È evidente come il problema sia tra le due donne di casa.
Cosa è successo poi.
Il giorno dopo, la mattina, quando Azzurra era a scuola ho parlato per telefono con la madre. Le ho spiegato la situazione, a mio parere sicuramente grave sia sotto un profilo fisico, ai limiti della cachessia, sia sotto un profilo psicologico. L’alterazione nella percezione corporea della figlia era molto forte e mi spaventava. La ho pregata di attuare manovre di controllo sulla figlia ma “da lontano” senza interferire troppo.
Le ho anche detto che se il mio “bluff” in stile giocatore di poker, non avesse funzionato da lì a pochi giorni era probabilmente necessario un ricovero.
Azzurra, anche se con molte titubanze, ha cominciato da subito a seguire la dieta Zona da 10 blocchi. Ci siamo sentiti tutte le sere su Skype per alcune settimane ed ho sempre soddisfatto tutte le sue curiosità alimentari, fugando le preoccupazioni. In pratica siamo diventati amici, un paio di volte ho anche dovuto aiutarla con le lezioni di Scienze.
Come tutte le Anoressiche era una terribile perfezionista con la scuola come con tutto. Quando ha visto sulla bilancia 42 chili (confermatimi dalla madre) ha avuto una crisi. Le ho detto che, come previsto all’inizio, per ora andava bene così e che ci saremo fermati qui. Le ho detto di non preoccuparsi, aveva solo i sassi in tasca. Logicamente eravamo ancora ben al di sotto del minimo del peso forma, ma spingere in quella direzione avrebbe significato perdere quanto si era conquistato.
Le ho chiesto se poteva, sentito il parere della madre, andare tre volte la settimana in palestra 45 minuti, aumentando allo stesso tempo di 1 blocco, come avevamo detto quando ci eravamo incontrati.
Serviva a “consolidare la massa muscolare”, ma anche se non so bene cosa volessi dire non ho trovato niente di meglio, ma ha funzionato. Ha cominciato ad andare in palestra e a seguire una dieta da 11 blocchi. A volte ha anche cominciato a fare qualche strappo alle regole, ma prima mi chiedeva il permesso.
Dopo un poco di tempo mi faceva vedere, via Skype i “bicipiti”. Dopo circa 6 mesi in cui oscillava tra 42 e 43 kg, un giorno mi ha annunciato due cose. La prima era che dopo tanto le era tornato il ciclo mestruale, era contenta.
Della seconda cosa era anche più contenta, ma mi ha fatto promettere di non dire nulla alla madre. Ho promesso. Mi ha detto che finalmente era riuscita ad entrare in contatto con un ragazzo della classe superiore alla sua che a lei piaceva da molto tempo.
Dopo qualche giorno mi ha detto che si erano fidanzati, ma che lui le aveva detto che era troppo magra. Bravo! Avrei voluto stringergli la mano.
Grazie per la vostra attenzione,vi aspetto per un’altra puntata di: “Da lunedì mi metto a dieta”.
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