La storia di Adele : Mangio solo 2 mele al giorno” è la seconda della serie di:
Da Lunedì mi metto a dieta.
Storie vere tratte dalla mia esperienza ambulatoriale dove si capisce come l’alimentazione ed i rapporti con il cibo siano strettamente collegati alle nostre emozioni, ai nostri sentimenti ed ai nostri stati d’animo.
Mangiare, quindi, non è solo introdurre Carboidrati, Proteine e Grassi, ma è un qualcosa che dipende da ... e che allo stesso tempo condiziona … tutti gli aspetti emotivi ed affettivi di una persona. Spero che queste storie aiutino a capirlo.
Devo fare una precisazione. Forse alcune delle storie che racconto in questi testi e nei video intitolati “Da lunedì mi metto a dieta”, vi potranno far sorridere come hanno, a volte, fatto sorridere me nel ripensarci. Non dobbiamo mai dimenticare, però, che dietro anche a delle storie apparentemente divertenti, si nasconde sempre un piccolo o grande dramma umano che merita comunque rispetto. Il nome di Adele è, ovviamente, di fantasia.
Quando Adele entra per la prima volta nella piccola stanza dove lavoravo nell’ ambulatorio di F.., accompagnata ed introdotta dalla segretaria stranamente molto ossequiosa verso la signora, ho l’impressione che la stanza sia stata repentinamente riempita completamente e che non ci sia più posto per nient’altro.
Questa sensazione non era dovuta tanto al fatto che Adele, sulla cinquantina ad un primo colpo d’occhio, sia una donna alta e decisamente “abbondante” avendo, come scoprirò poco dopo, un Indice di Massa Corporea di 36, che corrisponde ad una Obesità di secondo livello, quanto piuttosto al suo portamento “autorevole” che, non so per quale motivo, mi richiama alla mente quello delle matrone dell’antica Roma.
Adele senza perdere tempo si siede di fronte a me ed immediatamente assume il comando delle operazioni. La prima cosa che mi dice è quella di essere la moglie di un autorevole e ben noto personaggio, di cui ovviamente non faremo il nome, e poi comincia a parlarmi della sua lotta con il grasso che dura ormai da molti anni, da quando ebbe la prima ed unica gravidanza poco più che ventenne.
Mi dice in modo perentorio senza possibilità di replica, che la causa del suo progressivo ingrassare fino al punto attuale fu la gestosi di cui cui soffrì trent’anni prima, appunto durante la gravidanza. Cerco nella mia mente di capire come possa una gestosi di tanti anni prima averla fatta ingrassare, continuando a farlo anche nel presente, fino al punto attuale. Francamente non riesco a capirlo, forse perché non sono un ginecologo, chissà.
Nel mentre sono perso dietro a questo interrogativo, Adele mi descrive in maniera dettagliata tutti i tentativi che ha fatto negli anni, dopo la gestosi, per dimagrire.
Sono francamente intimidito dalla sua autorevolezza e non oso fare le obiezioni che mi si affacciano alla mente riguardo alla responsabilità della gestosi nel suo inesorabile ingrassare, ma mi riprometto di studiare l’argomento Gestosi alla prima occasione, sentendomi profondamente ignorante.
La sto ad ascoltare affascinato e vedo materializzarsi davanti a me tutte le più famose tecniche e teorie sul dimagrimento che si sono sviluppate negli anni, salvo le tecniche chirurgiche cui Adele era recisamente contraria, come mi precisa.
Mi vengono così descritte in dettaglio le diete più note, quella “a punti”, quella Dissociata ed i vari tipi di dieta iperproteica. Dall’ elenco non manca neppure la Dieta del Minestrone e quella dell’Ananas.
Adele passa poi ad elencare le sue esperienze nei centri estetici con l’uso di creme e pomate dimagranti, saune sudorifere, massaggi ed uso di strani macchinari che neppure conosco. Continuo ad ascoltarla affascinato. Sento che sto imparando un sacco di cose che mi erano assolutamente sconosciute.
Riesco per un attimo ad inserirmi nel suo flusso ininterrotto di parole chiedendo se, per caso, aveva provato a svolgere dell’attività fisica tipo correre o frequentare una palestra, ma la mia domanda viene immediatamente cestinata con la risposta che la ginnastica era faticosa e non adatta a lei causa la gestosi anzidetta e che, comunque, tutti i suoi impegni, compresi quelli di rappresentanza accanto all’ illustre marito, non le lasciavano il tempo per certe cose.
Finalmente il fiume comincia a rallentare e si giunge alla conclusione della storia di Adele che mi dice in maniera tutto sommato sconsolata:
“Sa, dottore, sono quasi due anni che mangio solo 2 mele al giorno e per di più mangio solo le mele Granny Smith, le più magre, ma nonostante questo sacrificio, continuo ad ingrassare”
Per un attimo sono quasi travolto da una vertigine e mi manca il respiro. In tanti anni di professione come Nutrizionista non avevo mai sospettato che potessero esistere delle mele più grasse e delle mele più magre. Dovrò documentarmi anche su questo argomento.
Poi si affaccia alla mia mente una domanda ancora più insidiosa e che mi mette davvero in ansia:
“E io che dieta propongo a una che ingrassa mangiando solo 2 mele al giorno.
Mica posso dirle di mangiarne solo una !!”.
Comincio così, cercando di tranquillizzarmi, a prendere le varie misure e a fare i soliti calcoli. Ormai è un lavoro automatico che non mi impegna la mente più di tanto e che mi permette di cercare una via d’uscita.
L’unica via d’uscita che vedo è quella di fare una indagine alimentare un poco più dettagliata e mirata di quella che Adele mi proponeva, le due mele al giorno, appunto.
Finite le misure ed appurato il livello d’obesità, quindi lo stato di fatto, dico ad Adele che a mio parere l’unica soluzione al suo ingrassare continuo è la Dieta Zona, ma che per preparargliela in maniera seria devo conoscere alcuni particolari. Lei è estremamente disponibile.
Le chiedo quindi se le due mele al giorno le mangiava tutte assieme, in un pasto solo, o se le suddivideva magari in più pasti e, se sì, in quanti ed in che proporzioni. Lei mi dice che ne mangiava una a pranzo ed una a cena, invariabilmente.
Le chiedo poi se non fa mai la prima colazione, facendole notare che, sempre stando alle regole della Zona, saltare la prima colazione è un grave errore alimentare.
Non mi addentro in spiegazioni tecniche sui danni dell’Ipoglicemia perché non mi sembra il caso, ma Adele mi dice:
“No, dottore, non faccio mai la prima colazione, o, a dire il vero si ma solo qualche volta, prendo un cappuccino col dolcificante e una fetta di torta, non la brioche che non mi piace, alla pasticceria che c’è vicino a casa mia, ma non tutti i giorni, diciamo 5 o 6 volte alla settimana. E poi non la faccio mai quando sono via con mio marito e dormo in albergo. Allora il cappuccino e la pasta li consumo nell’ albergo, ma uso sempre il dolcificante.”
Per me è la fine dell’incubo. Ho trovato il pertugio dove insinuarmi.
Preso atto della prima colazione senza fare commenti, le chiedo mediamente quanti giorni al mese è fuori casa col marito. Mi dice che dipende dagli impegni del marito ma che, essendo il figlio ormai grande e vivendo da solo, lei va via tutte le volte che va via lui, vale a dire da 5 a 10 giorni il mese, ma a volte di più e poi, ovviamente d’estate, quando va in villeggiatura in qualche rinomata località in Sardegna e d’inverno quando va, di solito, a Courmayeur ed in alcune altre occasioni festive che, a quello che mi dice, sono moltissime. Le chiedo quindi se in quelle occasioni si porta le due mele Granny Smith da casa o se le trova sul posto.
Vedo che Adele comincia ad essere in difficoltà, ma d’altra parte per poterle fare una dieta che funzioni ho necessità di sapere tutto in dettaglio.
Mi dice, parlando lentamente e scegliendo le parole, che No, quando è in albergo col marito mangia in albergo o al ristorante anche perché sarebbe sconveniente farsi notare in un locale pubblico e per di più a fianco dell’illustre marito, mentre mangia solo una mela, magari portata da casa. Gli altri potrebbero pensare che è a dieta. E poi le voci corrono e magari i giornalisti ci ricamano sopra.
Non mi resta che l’ultima mossa. Chiedo quindi se, per caso, le capita in modo assolutamente sporadico ed occasionale, quando è a casa, di consumare qualcosa in aggiunta alla mela a pranzo o a cena. Vengo così a sapere che solitamente la cena non avveniva a casa ma al ristorante, di solito in occasioni conviviali con colleghi del marito, mentre a pranzo poteva capitare, “ma solo qualche volta” che ci fosse un primo ed un secondo.
Ho finito qui con la mia indagine alimentare, non mi è sembrato utile scavare più in profondità.
Le ho inviato il giorno dopo una Dieta Zona personalizzata da 11 blocchi. Contrariamente a quello che pensavo, Adele la ha seguita per un poco di tempo perché per i primi tre mesi ha perso più di un chilo al mese.
Si vede che era finito l’effetto della gestosi, come Adele mi disse al terzo controllo.
Poi ricevetti una telefonata da un signore gentilissimo che si qualificò come il segretario del marito della signora e che mi disse che la signora Adele sarebbe stata fuori Italia per un pò e che mi avrebbe fatto risapere.
Non ho saputo più nulla!
Non è però necessario fare come Adele.
Una dieta Zona può essere seguita con facilità anche con il metodo ad occhio senza dover fare misure.
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