Radicali Liberi, Fame, Obesità.

Radicali Liberi, Fame, Obesità
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Dott. Gabriele Buracchi

Dott. Gabriele Buracchi

Dottore Nutrizionista, Biologo, Psicologo

Radicali Liberi, Fame, Obesità. Quali sono i rapporti.

 

Per fame si intende la sensazione di bisogno di cibo, sensazione che di solito viene avvertita in modo crescente una volta trascorse alcune ore dal pasto.

Se si escludono le problematiche di natura psicopatologica in cui la percezione di fame/sazietà è alterata, come nella Bulimia e nell’ Anoressia, anche in un soggetto sano la fame può essere variamente influenzata da diversi fattori, come il livello di attività fisica, gli stati emotivi, l’assunzione di sostanze e farmaci.

Ma anche in condizioni normali, la regolazione della fame è un meccanismo complesso e che dipende da diversi fattori, dato che l’organismo utilizza dei segnali che guidano il soggetto a ricercare o meno l’assunzione di cibo. Semplificando possiamo dire che tutto fa capo ai centri di Fame e Sazietà.

Radicali Liberi, Fame, Obesità
                                      I centri della fame e della sazietà

Il primo si trova nell’Ipotalamo Laterale (I.L.), mentre nell’area Ventromediale (I.V.M.) ha sede il centro della sazietà.

I due centri interagiscono finemente tra loro.  I segnali di fame (o segnali oressigeni) e quelli di sazietà (segnali anoressigeni) dipendono da mediatori chimici quali Leptina, Insulina e Grelina. I primi due mandano avvisi legati all’eccesso, mentre il terzo agisce in modo opposto.

La Leptina (dal greco Leptos che vuol dire magro) è un ormone scoperto nel 1994 da Friedman.

Tra le sue funzioni c’è il controllo del comportamento alimentare, la regolazione dell’attività della tiroide, l’azione sui vari recettori localizzati nell’ipotalamo per diminuire la sensazione di fame.

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                  Tessuto adiposo bianco

Viene prodotta dal tessuto adiposo bianco in base allo stato nutrizionale del soggetto e all’attività liposintetica del tessuto adiposo.

La Leptina viene prodotta in rapporto all’entità del grasso del corpo ed aumenta in seguito all’assunzione di cibo ma diminuisce nel digiuno prolungato.

Oltre a regolare il senso di sazietà, la Leptina interviene anche nella regolazione di numerose funzioni biologiche: regola l’attività tiroidea, facilita l’ematopoiesi, regola il sistema immunologico (la Leptina potenzia le difese immunitarie fino a scatenare vere e proprie malattie autoimmuni), regola il sistema riproduttivo (favorisce la secrezione di gonadotropine, viene prodotta anche dalla placenta), regola la formazione dell’osso.

L’Insulina, di cui si parla in altra pagina del sito, è un ormone secreto dalle  β-cellule del pancreas in risposta all’assunzione di Carboidrati, fornendo un segnale di abbondanza di glucosio.

Scoperta nel 1999 da un gruppo di ricercatori giapponesi, la Grelina è l’ormone che ha il compito di segnalare la carenza di cibo. Viene prodotta principalmente dallo stomaco quando un soggetto sano avverte lo stimolo della fame. I livelli plasmatici di Grelina sono massimi durante il digiuno e si riducono drasticamente dopo un pasto e in condizioni di iperalimentazione.

La Grelina aumenta la ricerca e l’assunzione di cibo (proprietà oressizzanti) e diminuisce il consumo di energia (riducendo l’attività fisica). Alti livelli di Grelina risultano pertanto correlati ad un aumento del peso corporeo soprattutto per quanto riguarda la massa grassa.

L'eccesso di Carboidrati danneggia i neuroni del centro della Sazietà
L’eccesso di Carboidrati danneggia i neuroni del centro della Sazietà

La soppressione del rilascio di Grelina non sembra correlata alla semplice distensione delle pareti gastriche, quanto piuttosto all’arrivo nello stomaco di nutrienti specifici. La restrizione di sonno è associata ad una significativa riduzione della Leptina (ormone della sazietà prodotto dal tessuto adiposo) e ad un aumento della Grelina (ormone dell’appetito).

Se le cose stessero solo così forse non ci sarebbero particolari problemi, ma non a caso gli studi su questi meccanismi regolatori sono numerosi, così come numerosi sono i tentativi di spiegare ciò che sta alla base delle errate interpretazioni delle sensazioni di fame/sazietà e delle degenerazioni dei meccanismi stessi.

Recenti ricerche(1) dell’equipe di Zane Andrews, pubblicate su Nature,  hanno messo in luce come l’invecchiamento (diventa qui particolarmente rilevante la distinzione tra età cronologica ed età biologica)  e gli eccessi alimentari causino un processo degenerativo delle cellule cerebrali che controllano l’appetito, minandone il funzionamento.

Il risultato è un aumento della sensazione di fame e un conseguente potenziale incremento di peso.

cereali e patate
I carboidrati ad alto indice glicemico fanno produrre radicali liberi che danneggiano il Centro della Sazietà

Il risultato forse più interessante è che le cellule incaricate di controllare i meccanismi di soppressione della fame vengono attaccate dai radicali liberi poco dopo i pasti e la degenerazione è tanto più forte quanto più l’alimentazione risulta ricca di Carboidrati e Zuccheri.

Il risultato è un vero e proprio squilibrio fra il bisogno di cibo e i messaggi inviati al cervello per indicare di sospendere l’alimentazione. I soggetti di età compresa fra i 25 e i 50 anni, abituati a mangiare soprattutto Carboidrati ad alto indice glicemico (dolci, pasta, pane, riso, alcolici, patatine, bibite), sono le persone maggiormente a rischio.                                                    

Quando lo stomaco è vuoto, viene attivata la produzione dell’ormone Grelina che entra in circolo e notifica al cervello la necessità di mangiare. Quando invece lo stomaco è pieno, interviene un insieme di neuroni noti con la sigla POMC/Cart, che estinguono l’azione della Grelina.

Tale meccanismo è ostacolato dalla presenza di radicali liberi originati nelle varie fasi di digestione, di assorbimento e di metabolizzazione del cibo, che svolgono un’azione naturale di attacco contro i neuroni  anoressigeni (Pomc/Cart), stimolati da segnali di sazietà (Leptina, Insulina) e che devono inibire l’assunzione di cibo.

Nel tempo, l’innata capacità di valutare quando siamo affamati o quando siamo sazi è compromessa.

Bibite, alcolici e cibo spazzatura sono i più pericolosi
Bibite, alcolici e cibo spazzatura,i più pericolosi

In particolare, sono proprio le cellule del centro della sazietà quelle più sensibili alla degenerazione causata dall’ attacco dei radicali liberi, rispetto a quelle del centro della fame, in quanto non sono protette da particolari proteine.

Infatti gli stessi radicali liberi attaccherebbero anche i neuroni che innescano la sensazione di fame, ma questi risentono molto meno della loro azione perché a differenza dei neuroni POMC/Cart, sono protetti da una proteina disaccoppiante chiamata UCP2, che in pratica ha un ruolo di scudo protettivo contro l’attacco dei radicali liberi.                                                                                                    

L’attuale sovrabbondanza di zuccheri e carboidrati ad alto Indice Glicemico nell’alimentazione, facilita il precoce invecchiamento del centro POMC/Cart, permettendoci di capire una delle cause scatenanti la vera e propria epidemia di Obesità che sta caratterizzando gli ultimi decenni non solo nei paesi ricchi.

 

Una alimentazione in Zona, proprio perché a basso Indice Glicemico,

permette di evitare questi problemi

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Il Disturbo d' Alimentazione incontrollata o Binge. Cosa è davvero ?Bibliografia.

1) Zane B. Andrews Z.B., et al.(2009), UCP2 mediates ghrelin’s action on NPY/AgRP neurons by lowering free radicals.  Nature 459, 736-736 (4 June 2009) doi:10.1038/nature08132

Altri riferimenti bibliografici.

Bray N. (2015).Obesity: Reversing resistance to leptin in obesity. Nat Rev Drug Discov. 2015 Jun 19. doi: 10.1038/nrd4671.

Phaniendra A., Jestadi D.B., Periyasamy L. (2015). Free radicals: properties, sources, targets, and their implication in various diseases. Indian J Clin Biochem. Jan;30(1):11-26. doi: 10.1007/s12291-014-0446-0. Epub 2014 Jul 15.

 

 

 

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