Paleo Dieta o Dieta Paleolitica
Come funziona e cosa ci può insegnare ?
Di solito si dice, giustamente, che per comprendere il presente è necessario studiare il passato. Questo è anche più vero nel campo dell’alimentazione e, di conseguenza, della salute e della malattia.
Se quindi ci interessa comprendere al meglio quale è l’alimentazione più adatta ed utile all’uomo moderno, non possiamo ignorare quella che è stata per milioni di anni la dieta dei nostri durante il periodo Paleolitico, dal momento che noi siamo il risultato di milioni di anni di lentissima evoluzione, durante i quali l’uomo si è continuamente adattato all’ambiente circostante, nutrendosi del cibo che la natura gli metteva a disposizione, esponendosi quotidianamente tanto al freddo quanto alla luce solare in base alle condizioni dell’ambiente di vita, riposando un adeguato numero di ore dal momento che era la luce solare a dettare i ritmi di vita, subendo lo Stress quando necessario, ma sicuramente Stressors diversi da quelli odierni, svolgendo naturalmente attività fisica dato che era costretto a muoversi per cacciare, raccogliere, spostarsi e fuggire dai predatori.
Dato che, come tutti gli altri organismi viventi siamo il frutto dell’Evoluzione, il nostro organismo si è adattato progressivamente e in un lunghissimo periodo di anni a questo stile di vita (nel senso originale della parola dieta), plasmando di conseguenza i nostri geni, per consentirci di “funzionare e vivere” sempre al meglio e con la massima efficienza ed efficacia usando la Paleo Dieta o Dieta Paleolitica.
Parlando dell’alimentazione, il “carburante” utilizzato dai nostri lontani antenati era costituito verdure, frutta, bacche, radici ed anche da carne, pesce, uova, e quant’altro la natura offriva spontaneamente.
Dopo milioni di anni passati in questo modo, solo 10/11.000 anni orsono inizia l’agricoltura e l’allevamento del bestiame che mette a disposizione della nostra specie un “carburante” nuovo, con caratteristiche diverse da quelle del “carburante” che aveva permesso la nostra evoluzione. questo segna l’inizio della fine della Paleo Dieta o Dieta Paleolitica.
Ancora più recentemente, con la nascita delle industria alimentare e dei prodotti trasformati fino al recentissimo avvento del Junk Food, il cibo spazzatura, le caratteristiche del “carburante” sono ulteriormente cambiate.
Il problema è che il “motore” che usa il carburante è rimasto assolutamente lo stesso. Ad oggi non c’è stato tempo per la sua evoluzione. Nessuno dubita che la nostra specie sarà nuovamente capace di adattarsi a “questo nuovo carburante” ma questo richiederà moltissimo tempo e, nel frattempo, causerà moltissimi problemi di salute.
Molti studi concordano nel dirci che il 70/75% delle malattie che affliggono l’uomo moderno sono causate dalla discrepanza tra assetto genetico e cibo assunto o, comunque stile di vita in senso più lato. Osservando le tribù che vivono ancora allo stato primitivo, sempre più rare ovviamente,si è riscontrata assenza malattie metaboliche che affliggono paesi industrializzati, quali Cardiopatie, Tumori, Diabete Mellito, Morbo di Chron, Morbo
A questo proposito non possiamo non concordare con Loren Cordain fondatore della Paleo Dieta o Dieta Paleolitica, una strategia nutrizionale che prevede di riavvicinarsi allo stile di vita dei nostri lontani antenati, ovviamente compatibilmente con i nostri tempi, ben diversi dal Paleolitico, probabilmente il periodo storico in cui la dieta era più ricca e varia, e la qualità del cibo eccellente.
La Paleo Dieta o Dieta Paleolitica è quindi sinonimo di cibi veri, naturali e nutrienti.
Durante il Paleolitico, che è stato il periodo più lungo della storia umana, gli uomini vivevano di caccia e raccolta. La carne e il pesce rappresentava tra il 30 e il 50% dell’alimentazione e il resto era dato da piante selvatiche, oleaginose e frutta, ovviamente selvatica e non coltivata.
Non si consumavano latte e latticini di altri animali, cereali raffinati, legumi, ma soprattutto non esisteva, per la fortuna dei nostri antenati paleolitici, il Junk Food.
Per quanto riguarda l’uso oggi così diffuso di latte e derivati prima dell’addomesticamento degli animali era impossibile per l’uomo consumare latte dopo il periodo dell’allattamento materno. Mungere gli animali selvatici non è un compito facile!!
Ma l’introduzione dei latticini, un evento recente nella storia umana, ha avuto come conseguenza l’alta incidenza di intolleranza al lattosio e la sua caratteristica distribuzione geografica. L’assunzione di latte e latticini potrebbe essere correlata ad una serie di allergie e di reazioni infiammatorie, con effetti anche sulla psiche, che non sempre si manifestano in maniera evidente a livello clinico.
Come non si consumavano latticini, non si consumavano neppure cereali raffinati e derivati.
I cereali sono ben difficilmente commestibili senza profonde trasformazioni e lavorazioni, che erano impensabile nel Paleolitico. Furono introdotti nella nostra alimentazione quando l’uomo si diede all’agricoltura circa 10.000 anni fa.
La celiachia è forse la manifestazione estrema del potenziale immunogenico dei cereali con il glutine. Esistono oggi prove del fatto che si potrebbe trattare semplicemente della punta di un iceberg che nasconde una serie di reazioni immuni subcliniche. L’intolleranza al glutine si avvicina ad un’entità patologica ben definita con manifestazioni diverse della celiachia. Non sono rari i casi di miglioramento significativo di sintomi come pancia gonfia, mal di testa o eczema grazie all’esclusione dei cereali dalla dieta.
Non si consumavano Oli vegetali idrogenati e, come già detto, non si consumavano Junk Food, ossia brioche, biscotti, patatine, panini, caramelle, succhi di frutta, marmellate, etc. Semplicemente non non c’erano.
Con i dovuti adattamenti, chi segue una dieta Paleo cerca di seguire l’esempio degli antenati prediligendo dunque il consumo di carni magre, pesce e verdura. A parte le verdure, gli altri carboidrati che trovano spazio all’interno del regime alimentare Paleo, escludendo i cereali e i loro derivati, sono rappresentati dalla frutta, rigorosamente di stagione ed il più possibile a chilometro zero.
Per quanto riguarda il consumo di frutta vi sono alcune limitazioni dovute al fatto che la varietà che l’uomo ne ha oggi a disposizione è diversa da quella di cui si cibavano gli antenati: la frutta di oggi, proveniente da coltivazioni, è più grande e più dolce e contiene molte meno fibre rispetto al suo corrispettivo selvatico, dice Cordain. Inoltre, nonostante essa sia ricca di minerali e vitamine, oltre a tutta una serie di nutrienti fondamentali per l’uomo, contiene anche molti zuccheri: sconsigliata dunque l’assunzione di frutti particolarmente dolci e ricchi di fruttosio come uva, banane, mango, ciliegie dolci, mele, ananas, pere e kiwi ai soggetti che soffrono di Insulino-resistenza.
Nonostante tali limitazioni, una Paleo Dieta o Dieta Paleolitica adeguatamente condotta, sembrerebbe essere in grado di agire positivamente sui livelli di glicemia nel sangue, aiutando a tenere sotto controllo una patologia come il diabete di tipo 2 ma anche eventuali complicazioni al livello cardiovascolare in soggetti predisposti. A parlarne è anche uno studio pubblicato nel 2009 sulla rivista scientifica Cardiovascular Diabetology.
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