Olio di Palma

Olio di palma.
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Dott. Gabriele Buracchi

Dott. Gabriele Buracchi

Dottore Nutrizionista, Biologo, Psicologo

Olio di palma . Sicuramente NON è un alimento

per la dieta Zona Mediterranea.

Olio di palma.
Piantagione tropicale di Elaeis guineensis

Grazie al Regolamento della Commissione Europea 1160/2011, entrato in vigore il 13 dicembre 2014, in tutti i Paesi dell’Unione Europea c’è l’obbligo di specificare in etichetta il tipo di grasso usato nella preparazione dei prodotti alimentari. Questo ha obbligato i produttori a sostituire la generica (ed un poco furbesca) dicitura «contiene grassi vegetali». Grazie a questo regolamento si è avuta la conferma della presenza dell’olio di palma in tantissimi prodotti alimentari.
L’olio di palma è un olio vegetale ricavato dalle palme da olio come le Elaeis guineensis. Per quanto prodotto in tantissimi paesi tropicali,  i maggiori produttori sono l’Indonesia e la Malesia.

Olio di palma.
Frutto della Palma da olio. Si distinguono il mesocarpo aracione/rosso ed il seme

Per la precisione, l’olio di palma viene ottenuto spremendo il mesocarpo (o polpa) del frutto, ma è possibile ricavare una porzione grassa anche dal seme, ottenendo il così detto “olio di palmisto o di palmisti”. Quindi dai frutti della palma si ricavano due tipologie differenti di olio commestibile, spesso utilizzati anche nella cosmesi.

L’olio di palma è naturalmente di colore rossastro a causa dell’elevato contenuto di beta-carotene (pro vitamina A) della polpa del frutto, anch’essa di colore arancione. Proprio per questo l’olio di palma non raffinato viene anche detto olio rosso di palma.

Frutti di Elaeis guinensis
Frutti di Elaeis guinensis

E’ un errore piuttosto comune confondere l’olio di palma con quello di palmisti o di cocco (Cocos nucifera), prodotti che invece risultano qualitativamente piuttosto differenti tra loro. Le differenze più importanti riguardano:

– Il colore. L’olio di palmisti non è rosso perché non ha lo stesso contenuto in carotenoidi.

– La percentuale di grassi saturi. L’olio di palma ha quasi il 50% di acidi saturi, mentre l’olio palmisti e quello di cocco ne sono molto più ricchi, raggiungendo percentuali dell’81 e dell’86%.

Proprio a causa dell’elevata percentuale di grassi saturi, assieme all’olio di cocco, l’olio di palma e quello di palmisti sono tra i pochi grassi di origine vegetale solidi a temperatura ambiente.

Va anche detto, comunque, che come tutti gli oli vegetali non contengono colesterolo.

L’olio di palma è normalmente usato come grasso di cottura in tutta la fascia tropicale dell’Africa, del Sud-Est asiatico e in buona parte del Brasile. Il suo impiego nell’industria alimentare si è rapidamente diffuso in tutto il mondo negli ultimi decenni grazie al costo modesto e all’elevata stabilità ossidativa del prodotto raffinato che viene così ampiamente usato per la frittura.

Perché se ne produce così tanto?

Il motivo della grande produzione di quest’olio è l’efficienza di rendimento della palma da olio, considerando la superficie coltivata: rispetto ad altri oli di uso comune (come l’olio di soia o di girasole) produrre olio di palma conviene perché rende di più. Per queste coltivazioni, poi, si utilizzano pesticidi molto tossici (come il Paraquat o il Gramoxone) , estremamente nocive per la salute umana e dell’ambiente.

Perché suscita tante polemiche?

Per gli ambientalisti, e come dargli torto, i campi delle palme da olio crescono a spese delle foreste, che vengono distrutte per dare spazio alle palme. Le conseguenze si ripercuotono su numerose specie animali residenti in queste zone rase al suolo, per non parlare dell’impatto negativo sulla salute del pianeta.

Dal punto di vista della salute gli studi sono controversi, dato che l’olio di palma si presenta solido a temperatura ambiente, e quindi non ha bisogno di essere idrogenato evitando quindi la produzione di acidi grassi trans, sicuramente pericolosi per la salute. Quest’olio contiene però acido palmitico, acido grasso saturo responsabile dell’aumento dei livelli di colesterolo totale con conseguente rischio di patologie cardiovascolari, anche se numerosi studi confutano gli effetti dannosi dell’olio di palma sulla salute dato che contiene anche acido oleico e acido linoleico, rispettivamente un acido grasso monoinsaturo e uno polinsaturo presenti anche in altri oli, tanto che l’acido oleico è il grasso più presente nell’olio d’oliva. Sono anche presenti Vitamina A e Vitamina E nonchè  polifenoli con funzioni antiossidanti.

In conclusione, se l’olio di palma presenta anche qualche aspetto positivo, francamente non si capisce perché introdurlo nella nostra alimentazione, considerando gli aspetti negativi sia a livello nutrizionale che ambientale. L’olio di oliva è e resta di gran lunga il miglior condimento e la preparazione dei nostri cibi ed è opportuno diventare dei consumatori più attenti, evitando i prodotti che contengono olio di palma, di palmisto e di cocco. In definitiva l’unico pregio di questo olio pare essere solo il basso costo di produzione, ottenuto comunque a scapito delle foreste.

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Fonti:

Odia OJ, et al. — Palm oil and the heart: A review — World J Cardiol. 2015 Mar 26;7(3):144-9. doi: 10.4330/wjc.v7.i3.144

Takeuti TD, et al. — Effect of the ingestion of the palm oil and glutamine in serum levels of GLP-1, PYY and glycemia in diabetes mellitus type 2 patients submitted to metabolic surgery — Arq Bras Cir Dig. 2014;27 Suppl 1:51-5

 

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