La vitamina B1 (tiamina o aneurina)

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Dott. Gabriele Buracchi

Dott. Gabriele Buracchi

Dottore Nutrizionista, Biologo, Psicologo

La vitamina B1 (tiamina o aneurina) è una vitamina idrosolubile la cui carenza in casi gravi può dare luogo al Beriberi, in occidente patologia molto rara, anche se è più frequente la sindrome neuropatica dovuta ad alcolismo. In questa pagina i seguenti argomenti.

  • Storia e struttura.
  • Dove si trova.
  • A cosa serve.
  • Fabbisogno giornaliero.
  • Degradazione.
  • Riserve.
  • Carenza di vit.B1
  • Il Beriberi.
  • Alcuni studi specifici.

 

Storia e struttura.

Venne scoperta da Casimir Funk (scienziato polacco) che nel 1912 descrisse un nuovo composto organico essenziale alla vita dell’uomo che chiamò VITAMINA. Si trattava di quella che poi fu chiamata Vitamina B1 o Tiamina. Ha numerose funzioni metaboliche; tra queste soprattutto di coenzima catalizzatore, ad esempio nella via dei glucidi e in quella degli amminoacidi. Si tratta di un composto organico sulfuroso incolore con formula chimica C12H17N4OS. Si tratta di una vitamina idrosolubile che ha stabilità a pH acido, ma è instabile in soluzioni alcaline. Facendo parte delle vitamine cosiddette idrosolubili, è una di quelle che non possono essere accumulate nell’organismo, ma devono essere regolarmente assunte attraverso l’alimentazione. Risulta termolabile in cottura, ma stabile al congelamento. È sensibile alla luce ultravioletta e all’irradiazione gamma e reagisce fortemente alle reazioni di Maillard.

Dove si trova.

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La vit.B1 si trova sia negli alimenti di origine animale che in quelli di origine vegetale. Presente in particolare nei cereali, nei legumi, nelle uova, nella carne di maiale e nel lievito. Le fonti di vit.B1 più importanti sono i cereali integrali ed i prodotti derivati dalle loro farine (pasta, riso, pane e prodotti da forno di vario tipo, ma sempre integrali), il germe di grano, il lievito di birra e la carne di maiale, seguiti da pesce di mare e d’acqua dolce (tonno, trota ecc.) ed  altri prodotti ittici (cozze ecc.). La tiamina si trova, anche se in quantità minori, anche in alcuni legumi (ceci, fagioli bianchi, fagioli di Spagna), nel fegato di manzo e nella carne in generale, nel succo d’arancia, nei semi di girasole e nello yogurt. Al contrario, il latte, così come le uova, ha un contenuto di vit.B1 scarso, che viene ulteriormente e sostanzialmente ridotto dalla pastorizzazione e dalla bollitura, mentre frutta e vegetali ne sono pressoché privi, soprattutto se non consumati crudi. Dopo essere stata ingerita, la vit.B1 viene rapidamente assorbita dall’intestino tenue e trasformata in tiamina libera per rimozione del gruppo fosfato. Viene poi immessa nel sangue e distribuita ai vari organi e apparati. La tiamina viene principalmente immagazzinata nel fegato, che ne contiene però quantità molto limitate e insufficienti a soddisfare il fabbisogno se non c’è un apporto dietetico costante ed adeguato. Alcuni batteri presenti nella microflora intestinale endogena sono in grado di produrre vit. B1, ma non è chiaro se questa fonte incida sull’apporto nutrizionale quotidiano e in quale misura.

La vit.B1 è fortemente usata dall’organismo, soprattutto nei periodi di notevole impegno fisico e intellettivo, quando la dieta è ricca di carboidrati, in caso di elevato consumo di bevande alcoliche e se si fuma.  

Viene eliminata attraverso i reni nelle urine come le altre vitamine idrosolubili ed è scarsamente accumulata. L’eliminazione della vit.B1 può essere favorita dall’uso di alcuni farmaci. (vedi lo specchietto riassuntivo in Vitamine del gruppo B). Tra i medicinali che possono alterare il metabolismo della tiamina ricordiamo alcuni diuretici, usati per chi soffre di ipertensione o insufficienza cardiaca, e alcuni agenti chemioterapici. L’assunzione di vit.B1, anche a elevato dosaggio, non ha mai dato luogo a interazioni significative con terapie farmacologiche assunte contemporaneamente. Risulta quindi possibile e sicura la supplementazione di tiamina se necessaria in persone affette da patologie acute o croniche. 

Va notato che tutti gli organismi viventi usano la vit.B1, ma questa viene prodotta autonomamente solo da batteri, funghi e piante. Gli animali devono ricavarla dalla dieta. L’assunzione insufficiente negli uccelli produce una polineurite caratteristica.

A cosa serve.

La vit.B1, come le altre del gruppo B, è fondamentale per poter ricavare energia dalle sostanze nutritive, dato che interviene nel processo di trasformazione (metabolismo) dei carboidrati, delle proteine e dei grassi. È necessaria per la crescita, lo sviluppo e la funzionalità delle cellule e per il normale funzionamento di cervello, nervi e cuore. Di conseguenza ha un ruolo di grande importanza nel periodo di crescita dei bambini. La vit.B1 aumenta le capacità attentive e di apprendimento, mentre la sua carenza è in grado di provocare deperimento.

Fabbisogno giornaliero

La quantità necessaria giornalmente varia con l’età:

0-6 mesi di vita, durante la vita fetale e nei primi 6 mesi di vita il fabbisogno di vitamina B1è soddisfatto dall’allattamento naturale o dal latte artificiale.

6-12-mesi, 0,3 mg

1-3 anni,   0,4 mg

4-6 anni,   0,5 mg

7-10 anni, 0,8 mg

Dopo la pubertà il fabbisogno giornaliero diventa leggermente maggiore nei maschi rispetto alle femmine:

11-14 anni, 1,1 mg per i maschi e 1,0 mg per le femmine

15 anni in poi, 1,2 mg per i maschi e 1,1 mg per le femmine

Durante la gravidanza e l’allattamento il fabbisogno di vit.B1 della donna è di 1,4 mg al giorno.

Degradazione.

Negli alimenti la vit.B1 può essere degradata in vari modi. I solfiti, che si ritrovano spesso come

conservanti, attaccano la tiamina sul ponte del metilene, separando l’anello pirimidinico dall’anello tiazolico. La velocità è maggiore in condizione acida.

Può essere degradata dalle tiaminasi termolabili presenti nel pesce e nei molluschi crudi. Alcune tiaminasi sono prodotte anche dai batteri e sono enzimi della superficie cellulare che, prima di essere attivati, devono dissociarsi dalla membrana. Questa dissociazione può verificarsi nei ruminanti in condizioni di acidosi. I batteri dei ruminanti riducono anche il solfato in solfito, e per questo motivo un’assunzione elevata di solfato nella dieta può avere attività tiamina-antagonista.

Riserve.

Le riserve di tiamina sono di circa 25-30 mg, con maggior concentrazione nei muscoli scheletrici, nel cuore, nel cervello, nel fegato e nei reni. Le riserve sono presenti nel plasma, nel latte, nel liquido cerebrospinale e, si presume, in tutto il liquido extracellulare. Il calcio e il magnesio hanno dimostrato di influenzare la distribuzione della tiamina nel corpo, e la carenza di magnesio aggrava la carenza di vitamina B1. Il contenuto vitaminico nei tessuti umani è inferiore a quello di altre specie.

Carenza di vit.B1.

La vitamina B1 sintetica è utilizzata per trattare la carenza nutrizionale che, se grave, può rivelarsi fatale – soprattutto nel lattante.

Nei casi meno gravi di carenza si hanno sintomi non specifici, come: malessere, perdita di peso, irritabilità e confusione. I casi gravi invece, si ha il Beriberi, sindrome di Wernicke – Korsakoff, neuropatia ottica, morbo di Leigh, atassia stagionale africana e mielinolisi pontina centrale.

Le donne incinte hanno un fabbisogno superiore e quindi un maggior rischio di carenza, probabilmente dovuto al fatto che la vit.B1 viene inviata preferibilmente al feto e alla placenta, specialmente durante il terzo trimestre di gravidanza. Le donne con iperemesi gravidica hanno un rischio superiore. In caso di allattamento e carenza nella madre, la vit.B1 viene somministrata direttamente nel latte materno – anche se ciò non risolve il deficit nella nutrice.

È stato ipotizzato che la carenza di vit.B1 svolga un ruolo nel cattivo sviluppo del cervello del bambino, il che potrebbe indurre la “sudden infant death syndrome” (SIDS) – sindrome della morte improvvisa del bambino.

Nei paesi occidentali, la carenza di vit.B1 si manifesta principalmente negli alcolisti con encefalopatia di Wernicke. Sono a maggiore rischio gli anziani, le persone con HIV / AIDS o diabete mellito tipo 2 e le persone che hanno subito la chirurgia bariatrica. La carenza di vit.B1 è stata associata all’uso nel lungo termine di diuretici ad alto dosaggio, in particolare furosemide – per il trattamento dell’insufficienza cardiaca.

Il Beriberi.

Sebbene non sia ormai da noi una malattia diffusa, il Beriberi è la tipica malattia da carenza di vit.B1, dovuta ad inadeguato apporto con la dieta o a malassorbimento della vitamina a livello intestinale. Il Beriberi è comune tra chi si alimenta quasi esclusivamente di riso brillato o altri carboidrati raffinati (es. farina bianca e zucchero bianco), come accade in alcuni Paesi in via di sviluppo. Può essere conseguenza dell’alcolismo cronico e si riscontra tra i dializzati. Il deficit di tiamina può anche essere dovuto ad una compromissione del metabolismo come nell’ insufficienza epatica, o a situazioni che richiedono maggior apporto di vit.B1, come nel caso di ipertiroidismo, gravidanza, allattamento o malattie febbrili.

I primi sintomi del beriberi sono: stanchezza, irritabilità, disturbi del sonno, dispnea, ritenzione di fluidi (edema) e cardiopalmo. Il coinvolgimento dell’apparato gastrointestinale provoca disturbi addominali, mancanza di appetito, indigestione e costipazione. La carenza provoca neuropatie periferiche soprattutto a carico degli arti inferiori (beriberi secco). Si ha la comparsa di parestesie, bruciore ai piedi (particolarmente grave di notte), crampi e dolori alle gambe, atrofie muscolari e paralisi. Una complicanza può essere una polineuropatia diffusa e la sindrome di Wernicke-Korsakoff, che porta ad apatia, nistagmo, atassia, confusione mentale, disfonia e alterazione della memoria.

Il beriberi può portare anche disturbi cardiovascolari (beriberi umido): i primi segni sono: aritmia, vasodilatazione, tachicardia e acidosi lattica. Successivamente si ha un’insufficienza cardiaca che provoca ortopnea, cardiomegalia, edema polmonare e periferico. Di solito il Beriberi reagisce positivamente al trattamento con la tiamina in presenza di segni e sintomi di carenza, che deve essere somministrata a lungo per via endovenosa e intramuscolare. Importante anche eliminare i fattori che ne ostacolano l’assorbimento intestinale, correggendo ovviamente la dieta.

Alcuni studi specifici.

1) Un articolo High-dose vitamin B1 reduces proliferation in cancer cell lines analogous to dichloroacetate suggerisce che alte dosi di Tiamina possano ridurre la proliferazione di cellule cancerose grazie ad un meccanismo simile a quello del dicloroacetato.

2) Un altro studio Vitamin B1 Intake and the Risk of Colorectal Cancer: a Systematic Review of Observational Studies ha trovato che l’assunzione di vit.B1 è inversamente associata con il rischi o di cancro colon rettale.

3) Questa ricerca Vitamin intake and risk of subtypes of esophageal cancer in Germany ci dice che i dati hanno mostrato che una bassa assunzione di vitamina C ed E correla in modo significativo con lo sviluppo del carcinoma a cellule squamose e dell’ adenocarcinoma dell’esofago nei maschi.

 

Visita anche:

Cosa sono le Vitamine? Generalità

Vitamina A

Vitamina C

Vitamina D

Vitamine del gruppo B

 

 

 

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