Infiammazione e Zona

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Dott. Gabriele Buracchi

Dott. Gabriele Buracchi

Dottore Nutrizionista, Biologo, Psicologo

Quali sono i possibili rapporti tra Infiammazione e Zona

 

In ambito scientifico(1) è sempre più chiaro: le patologie croniche sono sostenute dall’ infiammazione.

 

Infiammazione e ZonaL’infiammazione cronica, infatti, ha una influenza negativa su tutte le funzioni fisiologiche, provocando una serie di condizioni degenerative tra cui Diabete, Cancro, Patologie cardiovascolari, Osteo-articolari, Neurodegenerative, Autoimmuni e l’ invecchiamento.

Si è quindi iniziato a capire quali sono i meccanismi cellulari per il controllo dei processi infiammatori, in modo specifico a livello genetico.

Sta così aumentando la conoscenza sul ruolo che i fattori di trascrizione genetica rivestono nei processi infiammatori. Questo fa capire che problemi quali Obesità, Sindrome Metabolica e Diabete hanno origini multifattoriali ma tutti hanno anche una forte componente infiammatoria che può potenzialmente essere migliorata grazie all’ alimentazione corretta.

La giusta dieta, infatti,  può ridurre la sintesi di Eicosanoidi pro-infiammatori che agiscono negativamente sul sistema immunitario e sulle informazioni genetiche.

ingrassareLe conoscenze che si stanno accumulando sull’ ‘azione delle sostanze nutritive, in particolare dei Grassi e dei Polifenoli, rende possibile sviluppare una dieta anti-infiammatoria che permetta un approccio non farmacologico nel trattamento dell’Obesità, della Sindrome metabolica e del Diabete.

È ormai difficile avere dubbi in proposito: le patologie croniche sono sostenute dall’ infiammazione(2).

È quindi sempre più chiaro come il bilanciamento fra i Macronutrienti e l’equilibrio degli acidi grassi Omega3/6 nella dieta possa cambiare l’espressione dei geni infiammatori.

In particolare,  il corretto rapporto tra le proteine e il carico glicemico in un pasto influisce sulla produzione di Insulina e di Glucagone e l’equilibrio tra gli acidi grassi omega-6 e omega-3 agisce in un senso o nell’altro sulla formazione degli Eicosanoidi, “buoni o cattivi”.

sgombri
Il pesce azzurro, una delle migliori fonti di Omega 3

Per sconfiggere l’infiammazione silente indotta dal prevalente modo di alimentarsi di oggi, è necessaria una dieta anti-infiammatoria che preveda un uso abbondante di Pesce e frutta secca o, in assenza, ricorra all’ assunzione di Omega-3 e Polifenoli.

Una caratteristica fondamentale che deve avere una dieta antinfiammatoria è quella di stabilizzare l’Insulina e ridurre l’assunzione di acidi grassi Omega-6.

Questo si ottiene con il ristabilire l’equilibrio ormonale e genetico che genera sazietà invece di fame continua. Una dieta anti-infiammatoria, bilanciata 40.30.30 e con Carboidrati a basso Indice Glicemico, deve essere considerata come un’azione sulla riduzione dei segnali dei geni, in particolare di quelli che stimolano forme di infiammazione silente.

Dieta Zona.
Avere sempre frutta e verdura a portata di mano in casa. Sono le fonti più ricche di Antiossidanti

La dieta anti-infiammatoria prevedere anche un apporto di acidi grassi polinsaturi Omega-3 in quantità di 2-3 grammi di EPA e DHA al giorno. Una dieta ricca di ortaggi colorati non amidacei fornirebbe anche adeguate quantità di polifenoli per aiutare non solo a inibire l’NF-kB (primario bersaglio molecolare di infiammazione), ma anche per attivare l’AMP chinasi.

Quando si capisce l’impatto di una dieta antinfiammatoria sull’ infiammazione silente e quindi sulla salute e sulla longevità, si smette di considerare l’alimentazione come una semplice fonte di calorie (come invece fanno le diete (pseudo) dimagranti e ci si accorge di avere in mano la tecnologia all’ avanguardia che ci permette di influire sui nostri geni.

Purtroppo, però, nonostante le crescenti cognizioni scientifiche,  Obesità e Diabete di tipo 2 sono diventate vere e proprie epidemie mondiali. Sono entrambe condizioni associate a un aumento dell’infiammazione proprio perché collegate a una dieta con alto Carico Glicemico.

In realtà i processi infiammatori dell’organismo hanno un ruolo fondamentale per proteggerci dall’ attacco di batteri, virus e parassiti e per reagire a lesioni di origine traumatica. Ma se è’infiammazione non viene fermata, è in grado di indebolire ogni organo del nostro corpo e ciò può portare allo sviluppo di malattie croniche, soprattutto a carico del cuore, del cervello e del sistema immunitario.

Dobbiamo distinguere due diversi tipi di infiammazione. La prima è quella classica associata a dolore, arrossamento ed edema. Questa è una manifestazione molto ovvia che determina dolore conclamato e che richiede un intervento immediato. L’altro tipo è l’infiammazione  silente, che non da segni particolari ed è quindi molto più insidiosa per il nostro organismo.

Dato che non è causa di quel tipo di dolore associato all’infiammazione classica, può persistere indisturbata per anni. Ora sappiamo che tale infiammazione silente provoca cardiopatie, cancro e morbo di Alzheimer(3).

Praticamente alla radice di ogni tipo di malattia cronica c’è una significativa componente infiammatoria. Un obiettivo fondamentale della moderna ricerca medica rimane la lotta contro l’infiammazione classica e silente. Possiamo ottenere questo grazie al l’utilizzo combinato di una dieta a basso Carico Glicemico, ricca di Omega 3 e di Antiossidanti .

Non si tratta altro che di applicare la Dieta Zona

Come è la Dieta Zona Personalizzata che riceverà?

 

Il Disturbo d' Alimentazione incontrollata o Binge. Cosa è davvero ?Bibliografia

1) Ricordi C., et al. (2015).Diet and Inflammation: Possible Effects on Immunity, Chronic Diseases, and Life Span. J Am College Nutrition Vol. 34 Suppl. 1 :10-13

2) Sears B.(2015). Anti-inflammatory Diets. J Am Coll Nutr vol. 34 Suppl. 1 : 14-21

3) Sears B. Anti-inflammatory diets: implications for obesity and type 2 diabetes  Science in Nutrition – Congress proceedings – March 2008

BIBLIOGRAFIA CORRELATA

Maki K.C., et al.(2007). Effects of a reduced-glycemic-load diet on body weight, body composition, and cardiovascular disease risk markers in overweight and obese adults. Am J Clin Nutr. Mar;85(3):724-34.

Thomas D.E., et al.(2007), Low glycaemic index or low glycaemic load diets for overweight and obesity.

Cochrane Database Syst Rev. 2007 Jul 18;(3):CD005105. Review.

 Sargrad K.R., et al.(2005). Effect of high protein vs high carbohydrate intake on insulin sensitivity, body weight, hemoglobin A1c, and blood pressure in patients with type 2 diabetes mellitus. J Am Diet Assoc.  Apr;105(4):573-80.

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