Le diete ingannevoli, inventate per vendere prodotti dimagranti, fanno male alla salute e fanno ingrassare.
Praticamente ogni giorno nasce una nuova dieta dimagrante ed il più delle volte si tratta di idiozie che, se non facessero del male alle persone che in buona fede hanno fiducia, sarebbero anche divertenti da quanto sono assurde.
Per capire l’assurdità e la pericolosità delle diete dimagranti dobbiamo partire da alcuni presupposti scientifici proprio per sgomberare il campo da idee errate che molte persone hanno, grazie alla disinformazione spesso interessata, che circola in questo campo.
1) Alimenti dimagranti e brucia grassi.
Non esistono alimenti che facciano dimagrire. Chi lo afferma di solito è in malafede (cerca di vendervi qualcuno di questi alimenti pseudo dimagranti) o, nella migliore delle ipotesi, è assolutamente privo di qualsiasi nozione in campo nutrizionale. Semmai esistono alimenti, come nel caso della maggior parte delle verdure (con alcune eccezioni) che hanno un indice glicemico ed un carico glicemico talmente irrilevante da non far ingrassare neppure mangiandone grosse quantità.
Il grasso, poi, non si brucia (a meno di non far ricorso ad un lanciafiamme); il grasso in eccesso può venire consumato dall’organismo attraverso un processo detto Lipolisi, processo che però viene messo in moto solo attraverso l’adozione di apposite strategie alimentari come la Dieta Zona.
2) Si devono fare diete iperproteiche per dimagrire.
Le diete iperproteiche, che costituiscono la maggior parte delle diete dimagranti proposte sotto molteplici nomi, sono il modo migliore per ingrassare, oltre che per procurarsi danni a reni e fegato. Nel breve periodo fanno perdere qualche chilo ma poi, grazie anche ad una modifica della stessa membrana delle cellule adipose che divengono estremamente sensibili ai carboidrati, fanno riprendere i chili persi e sempre qualcuno in più. Oltretutto le proteine di origine animale, anche le più magre, contengono sempre una certa percentuale di grassi saturi, dannosi alla salute. Le diete iperproteiche attivano il meccanismo della chetosi, si producono cioè corpi chetonici, dannosi alla salute.
3) Si devono ingerire poche calorie per dimagrire.
Il mito delle calorie è purtroppo duro a morire. È assolutamente intuitivo che non può essere la stessa cosa assumere, ad es., 100 kcal. da 7 etti di insalata (tanti ne servono) o da 25 g di zucchero. Eppure ancora molti credono che ciò che conta per dimagrire sia un basso apporto calorico. Le diete fortemente ipocaloriche sono assurde ed irrealistiche dato che in primo luogo vengono proseguite per poco tempo data la loro insostenibilità, ma soprattutto perché costringono l’organismo a sopperire alla carenza di carboidrati attuando la Gluconeogenesi, un processo metabolico mediante il quale, in caso di necessità dovuta ad una carenza di glucosio nel sangue, un composto non glucidico viene convertito in glucosio. In pratica questo significa che l’organismo utilizzerà i nostri muscoli per produrre lo zucchero che gli manca. Al termine ci ritroveremo non con meno grasso ma con meno massa muscolare, pronti ad ingrassare più di prima.
4) Per dimagrire basta prendere delle sostanze dimagranti.
Non esistono sostanze portentose che fanno dimagrire. Per queste vale quanto detto al punto 1. In realtà esistono dei farmaci che hanno forti effetti dimagranti, in un primo tempo. Si tratta delle anfetamine che possono essere paragonate ad una sorta di “adrenalina artificiale”. Dopo che sono entrate in circolo, infatti, le anfetamine esplicano gli stessi effetti di una naturale iperproduzione di adrenalina. Si ha così un aumento della pressione arteriosa e una alterazione del battito cardiaco. Questi stupefacenti hanno inoltre un’intensa azione eccitante sul sistema nervoso centrale, determinano euforia, insonnia, eccitazione psichica e psicomotoria. In seguito alla loro assunzione le capacità coordinative diminuiscono ma aumenta di pari passo l’attenzione, l’iniziativa e la capacità applicativa fino a livelli ossessivi.
Oltre all’azione stimolante sul metabolismo basale, le anfetamine favoriscono il dimagrimento grazie ad un’azione anoressizzante di natura psichica (diminuiscono l’appetito) associata ad una intensa attività lipolitica (favoriscono la mobilitazione dei grassi dal tessuto adiposo). Naturalmente gli effetti sono molteplici e gravi. Si ha disidratazione corporea, disturbi gastrointestinali, cefalee, ipertensione, aritmie e, nei casi più gravi, angina pectoris ed infarto. Si verificano poi disturbi alle valvole cardiache, ipertensione polmonare, aumentato rischio di ictus. Trattandosi di stupefacenti, le anfetamine creano dipendenza e assuefazione. In linea di massima la tolleranza agli effetti euforici e stimolanti di queste droghe si instaura molto rapidamente. In ogni caso l’eccitazione anfetaminica è generalmente seguita da depressione psichica ed affaticamento
Mano a mano che l’uso continua, le dosi devono essere aumentate (assuefazione) ed i periodi di sonno si diradano. Aumenta il nervosismo, compaiono paranoie ed allucinazioni che possono, un poco per volta, compromettere l’equilibrio psichico della persona in modo permanente. Appena si cessa l’uso di queste sostanze è automatico ed inevitabile un forte ingrassamento che porta ad un peso molto maggiore di quello iniziale, sempre. Molto spesso le persone più grasse che si incontrano hanno fatto nel passato diete a base di anfetamine.
5) Una dieta efficace deve far perdere peso velocemente.
Almeno in questo campo non è purtroppo consigliabile scambiare i propri desideri per la realtà.
Non è possibile, da un punto di vista fisiologico, perdere più di 400/500 grammi di massa grassa a settimana per una donna e poco di più per un uomo. Le diete che fanno perdere molto più peso, fanno in realtà perdere massa muscolare e liquidi. Questo è purtroppo il presupposto per ingrassare velocemente appena si interrompe la dieta e per prendere più peso di quello che si è perso, sostituendo il grasso ai muscoli.
In conclusione se qualcuno vi propone diete dimagranti “miracolose”, diffidate. Ne guadagnerà la vostra salute, il vostro portafoglio ma, soprattutto, non diverrete molto più grassi di quello che siete oggi. Nel campo della nutrizione esiste infatti un vero assioma che non conosce smentite:
“Il modo migliore per ingrassare è fare una dieta dimagrante”
Per quello che riguarda la Dieta Zona, la Dieta Mediterranea e la Dieta Paleolitica, nonché la loro variante Vegetariana e Vegana se ne parla nelle pagine apposite. Esiste un metodo sicuro per distinguere una dieta, intesa nel senso di stile alimentare e di vita, dalle diete pseudo dimagranti. Una vera dieta deve, in primo luogo, aumentare la vostra consapevolezza, allargare i vostri margini di libertà (e non restringerli), promuovendo la fiducia in voi stessi.
Solo se si ha la consapevolezza di quello che si fa e fiducia nelle proprie capacità di gestire la propria vita in tutti gli aspetti, sarà infatti possibile modificare in modo permanente il proprio stile di vita, unico modo per dimagrire quando è davvero necessario.
Delle altre diete, ed in particolare delle più assurde e pericolose, se ne parla più sotto.
Danni della chetosi e dei corpi chetonici
Le diete iperproteiche sono tutte diete chetogeniche e quindi, in quanto tali, causano gravi problemi come uremia e chetosi (aumento della concentrazione dei corpi chetonici nel sangue). Ma che cosa sono i corpi chetonici?
Dobbiamo premettere che l’organismo umano necessita di glucosio per sopravvivere e questo è legata al fatto che il sistema nervoso centrale utilizza esclusivamente glucosio per svolgere la propria attività e anche gli eritrociti, cioè i globuli rossi, sono dipendenti dalla glicolisi per il loro metabolismo energetico. Si calcola che il minimo apporto giornaliero di glucosio per permettere il normale funzionamento di questi sistemi sia di 180 grammi. Tuttavia, in condizioni particolari di estrema carenza di glucosio, come avviene nelle diete iperproteiche, l’organismo ricorre ai corpi chetonici per sopravvivere.
FORMAZIONE DEI CORPI CHETONICI
La lipolisi (la degradazione degli acidi grassi per produrre energia) è legata alla glicolisi (la degradazione del glucosio sempre a scopo energetico). Se per un qualche motivo la glicolisi ed il ciclo di Krebs sono fortemente rallentati, allora anche la lipolisi viene compromessa e si formano i corpi chetonici. I corpi chetonici sono tre, l’acetone, l’acetoacetato e il 3-idrossibutirrato. I corpi chetonici si formano a partire da due molecole di acetil-CoA che, non potendo entrare nel ciclo di Krebs, si associano tra loro. In condizioni normali i corpi chetonici vengono prodotti in quantità minime che sono facilmente smaltibili dall’organismo (in particolare dai reni e dai polmoni). Se la produzione di corpi chetonici diviene molto elevata il loro accumulo nel sangue, definito chetosi, aumenta l’acidità del sangue creando acidosi metabolica, condizione tipica dei diabetici non trattati.
Se la condizione di acidosi prosegue si può arrivare al coma e persino alla morte. I problemi sono aggravati se il soggetto svolge un’attività sportiva intensa, che aumenta le richieste e l’ossidazione di glucosio da parte dell’organismo.
Senza dubbio la dieta chetogenica funziona nell’immediato ma sottopone l’organismo ad uno stress continuo e non salutare. Praticamente il gioco non vale la candela e la dieta chetogenica, sia pur efficace nell’immediato, avrà come conseguenza, oltre ai danni alla salute appena visti, un immediato recupero del grasso perduto appena la si smette.
Più sotto parliamo in breve di alcune delle diete più note ed alla moda, con l’augurio che le brevi informazioni fornite possano essere utili a districarsi nell’inganno delle diete.
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La dieta dei Gruppi Sanguigni
È stata proposta dal naturopata Peter D’Adamo, la cui filosofia dietologica ha avuto un certo riscontro nel pubblico. Secondo D’Adamo, durante l’evoluzione dell’uomo si sono formati i gruppi sanguigni nei quali è contenuto il messaggio genetico relativo allo stile alimentare e comportamentale: il gruppo 0 è il cacciatore, il gruppo A, l’agricoltore, il gruppo B, il nomade, il gruppo AB, l’enigmatico.
D’Adamo afferma che in base al proprio gruppo sanguigno bisognerebbe evitare certi cibi che causano fenomeni di agglutinazione e afferma anche l’esistenza di una predisposizione all’attività fisica determinata dal gruppo sanguigno (per esempio gli individui del gruppo A avrebbero molte fibre rosse).
La teoria è affascinante, ma l’unico problema di questa dieta è che nessuno dei suoi presupposti è scientificamente provato. Al contrario, tantissime persone che “mangiano male” dal punto di vista di questa dieta stanno proprio bene.
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La dieta Atkins
Nata circa 30 anni or sono, parte dal presupposto che l’organismo umano produce un ormone definito “Fat mobilizing hormone”, responsabile della mobilizzazione del grasso dai suoi depositi. Dato che questo ormone avrebbe una concentrazione inversamente proporzionale alla presenza di carboidrati in circolo, la dieta Atkins vieta l’uso dei carboidrati (pane, pasta, riso, cereali e farinacei, frutta, e anche latte e yogurt) in maniera assoluta nella prima fase (di dimagrimento), con preferenza per cibi proteici (carne, pesce e uova).
La dieta Atkins propone, per esempio, di iniziare la giornata con uova fritte e pancetta, mangiare un pezzo di formaggio a metà mattina ed una bella bistecca con verdure a pranzo. Questo significa fare il pieno di grassi saturi. Consapevoli del ridotto apporto di fibre, vitamine e sali minerali derivante dal ridotto consumo di alimenti di origine vegetale, gli sconsiderati sostenitori della dieta Atkins consigliano di integrare il proprio menù con multivitaminici, antiossidanti e crusca.
Successivamente ci sono una fase di passaggio e una di mantenimento nelle quali si reintroducono alcuni alimenti come, legumi e verdure. Si tratta di una dieta iperproteica, priva di fibre, di vitamine e sali minerali, quindi sbilanciata; se prolungata oltre qualche settimana, pertanto, può avere gravi effetti collaterali, prevalentemente danni a livello renale.
Inoltre, la reintroduzione dei carboidrati ha come normale (e inevitabile) conseguenza non solo la ripresa del grasso perduto ma anche il suo aumento, assieme ad una perdita della massa muscolare.
Tra i tanti effetti collaterali imputabili alla dieta Atkins si ricorda la costipazione, l’osteoporosi (un elevato apporto proteico aumenta l’eliminazione di calcio con le urine), l’insonnia, l’ ipercolesterolemia, l’aumentata incidenza del tumore al colon e malattie cardiovascolari.
Questa dieta è sconsigliata soprattutto ad anziani, a persone con problemi cardiocircolatori, renali ed epatici, ma anche ai bambini e alle donne in gravidanza. A ben vedere è da sconsigliare a tutti.
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La dieta Scarsdale
Nata negli anni ’70, anche questa dieta è sbilanciata, quindi da seguire eventualmente solo per brevi periodi (al massimo due settimane).
Essendo una dieta abbastanza standardizzata, prevede un migliaio di calorie al giorno ed è iperproteica, quindi prevede l’assunzione prevalentemente di carni magre, pollame, pesce, uova, formaggi magri, verdure e frutta.
La quantità di cibo e la sua ripartizione in quattro pasti al giorno, produce invariabilmente sensazioni di fame, debolezza e sonnolenza. È assolutamente sconsigliabile perché può causare carenza di calcio e vitamine liposolubili. Questo tipo di dieta causa un sovraccarico ai reni, aumento dell’acido urico e può causare disidratazione. Non é raccomandata per chi pratica esercizio fisico in quanto le poche calorie disponibili non sono sufficienti. Gli effetti collaterali e le controindicazioni sono simili a quelli della dieta Atkins.
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La dieta a Punti
Inventata circa vent’anni fa da un dietologo italiano, questa dieta propone una estesa tabella che assegna ai diversi alimenti una data quantità di punti; alla persona viene chiesto di sommare i punti relativi ai cibi assunti senza superare un tetto massimo prefissato e senza effettuare il calcolo delle calorie.
È tendenzialmente sbilanciata, con prevalenza di proteine e grassi e ridotta presenza di carboidrati (anche se non raggiunge i livelli delle diete iperproteiche americane). Si presta comunque ad errate interpretazioni. In altre parole, se ci si limita ad osservare il vincolo dei punti senza acquisire le conoscenze necessarie per equilibrare al meglio i vari piatti, si rischia di dar vita a menù fortemente sbilanciati. Anche se la loro assunzione viene fortemente disincentivata da un “costo” particolarmente elevato in termine di punti, una persona potrebbe, per esempio, crearsi menu di soli dolci o di soli piatti grassi. Nel complesso, pur limitando le possibilità di errori grossolani, questa dieta rischia di essere un’arma a doppio taglio per chi, prendendola troppo alla leggera, evita di approfondire il significato e l’effetto dei vari alimenti. Una dieta che va nella direzione opposta della Consapevolezza, ma allo stesso tempo è adattissima a chi vuole complicarsi la vita.
La dieta è sconsigliata a chi soffre di problemi cardiaci, renali, epatici e a categorie particolari (bambini, anziani e donne in gravidanza).
Spesso adottata nei centri dimagrimento e nei centri estetici per l’apparente semplicità di esecuzione, è in pratica una dieta iperproteica semplificata e ne ha tutte le controindicazioni. Un buon metodo per ingrassare più di prima.
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La dieta Dissociata
alla dieta Dissociata del dott. Hay.
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La Cronodieta
Questa dieta, ideata nel 1992 da due medici italiani, si basa sul fatto che l’assimilazione dei cibi è direttamente in relazione con la situazione ormonale e con il tipo di alimento assunto.
Pertanto, in questo tipo di dieta ha molta importanza l’orario di assunzione dei singoli alimenti. L’assunzione dei carboidrati viene consigliata nella prima parte della giornata, mentre quella delle proteine in serata, per la maggior presenza dell’ormone somatotropo ipofisario che favorirebbe il consumo dei grassi e la sintesi proteica muscolare.
Si tratta di una dieta dissociata ma non troppo sbilanciata, anche se non è di facile attuazione. Un ulteriore problema consiste nel fatto che questa dieta è proponibile solo a persone che hanno orari standard.
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La dieta Macrobiotica
Inventata dal medico tedesco Christoph Wilhelm Hofeland (1762/1836) e adattata dal giapponese Yukikazu Sakurazawa (1893-1967) meglio noto come Georges Ohsawa, la dieta macrobiotica si basa su due principi fondamentali presenti in ogni fenomeno naturale: yin (forza centrifuga) e yang (forza centripeta) che si attraggono e si respingono continuamente. Tutti i cibi si possono classificare secondo la predominanza di yin o di yang. La cosa strana è che alcuni alimenti che nella tradizione millenaria dell’Agopuntura e della dietetica cinese sono classificati come yin vengono classificati come yang (e viceversa) dalla Macrobiotica. A parte questa stranezza, l’obiettivo dell’alimentazione è quello di mettere in equilibrio queste due tendenze per vivere in salute e in armonia. I capisaldi della dieta macrobiotica prevedono l’uso di cereali integrali in chicchi, verdure di stagione crude e cotte, legumi, frutta di stagione e carni bianche (o pesci a carne bianca). L’alimentazione quotidiana è suddivisa a grandi linee nel seguente modo:
50%: cereali integrali in chicchi
Dal 20 al 30%: verdure di stagione crude e cotte
Dal 10 al 20%: di carne bianca o pesce (non quotidianamente) oppure legumi oppure seitan, crocchette di soia ecc.
10%: frutta fresca (oppure secca) di stagione oppure alghe o anche dessert senza zucchero e senza latticini.
La metà del pasto deve essere quindi fornita da cereali integrali, riso a chicchi lunghi, riso dolce, riso basmati, orzo, miglio, farro frumento, grano saraceno, mais ecc. Se possiamo apprezzare il rifiuto dei prodotti integrali o conservati industrialmente, dobbiamo peraltro notare come l’uso di cereali appare decisamente eccessivo, anche se sotto forma integrale. Questa dieta appare più una filosofia o meglio una fede religiosa e manca assolutamente di basi scientifiche non tenendo in minima considerazione l’influenza della grande dose di cereali sul Carico Glicemico dell’organismo. L’uso delle graminacee, inoltre, è sicuramente da criticare in quanto tale in base anche agli studi alla base della Paleodieta.
Sicuramente da sconsigliare a chi abbia problemi di diabete ma anche ai bambini ed alle donne incinte per lo scarso apporto proteico. Questo regime alimentare appare non solo molto poco equilibrato ma anche sicuramente molto monotono e, mi si passi un parere personale, decisamente noioso. Di fatto può ritenersi una forma di ortoressia salutistica.
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La dieta Tisanoreica.
Quello che viene da rispondere appena ci si documenta sulla Tisanoreica è: No, grazie. Questa dieta, oggi molto alla moda (potenza della pubblicità!), non meriterebbe neanche una citazione se non fosse così in voga a causa dei forti investimenti pubblicitari. La Tisanoreica fa parte del grande calderone delle diete iperproteiche, quei regimi alimentari a basso contenuto di carboidrati e ad alto contenuto di proteine, con i danni alla salute tipici di questo assurdo tipo di diete. A causa di queste caratteristiche si attiva il meccanismo della chetosi, si producono cioè corpi chetonici (l’acetone, l’acetoacetato e il 3-idrossibutirrato) che causano gravi problemi di salute se in quantità maggiore ai minimi abituali. Se la produzione di corpi chetonici diviene molto elevata, si verifica il loro accumulo nel sangue, definito appunto chetosi. In questo modo si abbassa il PH del sangue con conseguente acidosi metabolica, condizione tipica dei diabetici non trattati. In casi estremi l’acidosi può portare al coma e persino alla morte. I problemi sono aggravati se il soggetto svolge un’attività sportiva intensa, che aumenta le richieste e l’ossidazione di glucosio da parte dell’organismo. Che una dieta iperproteica come questa possa far dimagrire in tempi più rapidi rispetto a quelli relativi a una dieta bilanciata come la Zona è noto da tempo, ma è anche altrettanto noto da lungo tempo come, appena questa dieta verrà interrotta, porterà inevitabilmente ad ingrassare più di prima (senza considerare i danni alla salute).
Se si analizza il protocollo di questa dieta direttamente dal sito ufficiale si apprende che questo protocollo ha una durata variabile che va da un minimo di 20 giorni (cosiddetto protocollo base) a un massimo di 40 giorni (protocollo urto). Da notare che proprio sul sito ufficiale di questo protocollo si dice che deve essere intrapreso sotto il controllo del proprio medico di fiducia dopo l’emissione da parte del medico (o da parte del Centro Studi Tisanoreica) di un “Certificato di idoneità alla Dieta Tisanoreica“.
Se le parole hanno un valore, questo farebbe pensare che questa dieta non sia sostenibile da tutti e non sia indenne da seri rischi per la salute. C’è in effetti da crederci, dato che lo dicono gli stessi propugnatori di questa dieta.
La Tisanoreica prevede due fasi: la fase intensiva e la fase di stabilizzazione. Durante la fase intensiva si ha l’esclusione completa dei glicidi; nel corso della giornata si devono assumere quattro pietanze Tisanoreica, vanno inoltre inseriti altri alimenti come carne, pesce, uova e verdura. È in questa fase che si costringe l’organismo a ricorrere alla chetosi (facendosi così immediatamente del male). Nella fase di stabilizzazione verranno gradualmente reinseriti carboidrati complessi come pane e pasta (i carboidrati peggiori), mentre si devono evitare la frutta, le patate e le verdure colorate (i carboidrati migliori). La logica di tutto questo sinceramente ci sfugge. Scopo di questa seconda fase è quello di far uscire l’organismo dalla chetosi preparandolo a un’alimentazione più equilibrata dal punto di vista della ripartizione dei macronutrienti. Nella fase di stabilizzazione devono comunque essere consumate due pietanze Tisanoreica al giorno. I prodotti Tisanoreica sono costituiti da pietanze Tisanoreica e da estratti Tisanoreica; le pietanze Tisanoreica vengono preparate sia con proteine vegetali che con proteine animali e sono arricchite con una miscela di fitoestratti, nota come Attivatore Tisanoreica tra cui figurano diuretici e lassativi. Un modo certo per passare molto tempo in bagno.
La dieta Tisanoreica nasce in primis come metodo di riduzione ponderale, ma, a quanto apprendiamo dal sito Internet di riferimento, opportunamente adattata “può essere intrapresa in situazioni patologiche” come la sindrome metabolica o la sindrome dell’ovaio micropolicistico. Purtroppo non è dato sapere su quali basi scientifiche si basi un’affermazione del genere.
D’altronde, a parte il fatto di avere un testimonial come Valeria Marini (onestamente dalla linea non molto convincente), è da notare come le basi scientifiche sono costituite da un solo studio durato 40 giorni e per di più effettuato su un campione di solo 30 soggetti. Un inquietante nulla da un punto di vista scientifico.
Una volta che il soggetto ha concluso il percorso dietetico per il mantenimento del peso raggiunto, il Centro Studi Tisanoreica propone un’alternativa: menù TisanoreicaVita o menu Post-Tisanoreica.
In pratica si dovranno consumare a vita i prodotti di questa azienda. Esattamente il contrario dell’Empowerment, cioè dell’aumento della consapevolezza e della fiducia nelle proprie capacità, fattori assolutamente indispensabili per modificare il proprio stile di vita.
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La dieta Dukan
Sarà un caso ma Pierre Dukan, l’inventore della dieta Dukan, è stato radiato dall’Ordine dei medici del suo paese, la Francia. Ma a parte questa piccola riflessione, non possiamo non notare come la dieta Dukan non sia altro che una dieta iperproteica, organizzata al solo scopo di vendere i prodotti con questo marchio. Quello che possiamo dire è che la dieta Dukan, se seguita per brevissimo tempo, porterà a apparenti dimagrimenti seguiti immediatamente dopo da una ripresa del grasso fino, o più spesso oltre, i livelli iniziali.
Questa è l’inevitabile e fisiologica conseguenza di ogni dieta iperproteica. Avremo così la sicurezza di divenire più grassi di prima.
Se invece decidiamo di proseguire questa dieta più a lungo, gli studiosi che si occupano di questa dieta ci dicono che le conseguenze saranno:
1) Carenze vitaminiche e malattie cardiovascolari. La dieta Dukan, infatti, essendo un regime fortemente iperproteico, sottrae all’organismo vitamine, sali minerali e carboidrati. Di conseguenza sottopone quest’ultimo al rischio di malattie cardiovascolari, ipertensione, danni renali.
2) Stitichezza, diarrea e problematiche al fegato. La dieta Dukan mette a dura prova il fegato, per via della continua assimilazione di proteine. Alla lunga, infatti, il fegato fa fatica a supportarne la digestione e l’assimilazione. Senza contare i problemi di diarrea e stitichezza.
3) Osteoporosi, astenia, sbalzi d’umore. Gli ultimi studi sulle controindicazioni e gli effetti collaterali della dieta Dukan, parlano di problemi di osteoporosi nelle donne, apnee notturne e astenia. Come se non bastasse, un regime alimentare non equilibrato come la Dukan, alla lunga può rivelarsi controproducente, finendo col causare ansia, sbalzi d’umore e depressione, alterando anche gli equilibri ormonali.
4) Chetosi. La controindicazione più rilevante della Dieta Dukan sembrerebbe essere proprio la chetosi, con produzione di corpi chetonici, problematica che prevede l’alterazione del metabolismo degli acidi grassi.
Conclusioni. Naturalmente se questa dieta verrà proseguita a lungo, oltre ai suddetti danni alla salute, quando verrà terminata porterà ad ingrassare anche di più di quanto succede se seguita per brevi periodi. La dieta Dukan è, quindi, la dieta consigliata a tutti coloro che si vogliono male. Considerando i danni provocati alla salute delle persone ignare, la semplice radiazione dall’Ordine dei medici appare una misura fin troppo blanda.
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La dieta proteica, metodo Blackburn
Prevede l’assunzione nel corso della giornata di proteine ad alto valore biologico, quindi di origine animale, oltre a quantità predeterminate e precise di sali minerali, vitamine e fibre. Assurdamente elimina i grassi, alimenti assolutamente indispensabili sotto forma di grassi mono e polinsaturi. Secondo il suo creatore avrebbe due grossi vantaggi: scomparsa dopo 48-72 ore del senso di fame e il mantenimento della massa muscolare. Essendo una dieta iperproteica porta, ovviamente, alla chetosi.
Questa dieta favorirebbe un calo rapido e importante del peso corporeo, in particolare a livello di vita, glutei e cosce e pertanto sarebbe in grado di combattere la cellulite. Decisamente una assurdità, dato che non è in potere di nessuno (salvo ricorrere alla liposuzione) sapere in anticipo dove verrà perso il grasso. Ma alcuni hanno forse capacità divinatorie. Beati loro.
Questo tipo di dieta è molto ipocalorico (circa 800 kcal) e viene applicata solo su stretto controllo medico. Proprio questo ci dovrebbe far capire la sua pericolosità per la salute.
Come tutte le diete che possono essere mantenute solo per brevi periodi pena gravi danni alla salute, farà rapidamente ingrassare di nuovo quando, inevitabilmente, si ricomincerà ad alimentarsi in modo normale. Da sconsigliare a tutti quelli che non vogliono farsi del male.