Fame nervosa e Ansia

Fame nervosa
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Dott. Gabriele Buracchi

Dott. Gabriele Buracchi

Dottore Nutrizionista, Biologo, Psicologo

Fame nervosa e Ansia. Che fare?

 

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Fame nervosa è la parola normalmente usata per indicare ciò che gli studiosi di comportamento alimentare definiscono come Eating emozionale.

Si tratta, in sintesi, della situazione vissuta da quei soggetti che mescolano emozioni e assunzione di cibo, ovvero che usano il cibo per fronteggiare le emozioni che incontrano.

Alcuni studiosi hanno ipotizzato che la Fame nervosa si sviluppi nella prima infanzia.

Secondo questa teoria, è importante che la mamma capisca quando il bambino ha davvero bisogno di mangiare e quindi soddisfi la fame porgendogli il seno o il biberon, evitando però di offrirgli il cibo quando il pianto non è effettivamente una conseguenza della fame ma di altre sensazioni od emozioni.

Se questo non succede, è probabile che il figlio crescerà senza essere capace di elaborare una giusta identificazione della fame e non saprà distinguere tra questa ed altre sensazioni.

Fame nervosaCosì, da adulto, vari stati d’animo come lansia, la tensione da stress, la collera, la solitudine, la tristezza, verranno interpretati nel modo sbagliato e la conseguenza sarà l’assunzione eccessiva di cibo.
Varie sono quindi le situazioni che, nel soggetto con questo problema, portano alla necessità di usare il cibo, spesso in grande quantità, per far fronte a situazioni di noia, di ansia, di solitudine, di rabbia o di depressione.

Se il profondo legame tra alimentazione ed emozioni sembra ormai chiaro, questo non significa che l’ Eating emozionale dipenda necessariamente da gravi problemi psicologici o da conflitti interiori.   Anche le normali emozioni legate alle attività di vita quotidiana, infatti, possono essere uno stimolo sufficiente all’assunzione smodata di cibo, talvolta anche in modo compulsivo.

Naturalmente alla base ci possono anche essere fattori biologici, psicologici e culturali.

Capita comunque di accorgersi, di solito troppo tardi, di mangiare senza avere fame magari anche dopo pochi minuti l’essersi alzati da tavola, solo per la impellente necessità di masticare, di riempire la bocca. Spesso è una sensazione difficile da spiegare.

Solitamente è un fare a cui si preferisce dedicare pochi pensieri, come se fosse un’azione sporca, vergognosa. È un farsi beccare con le mani nella marmellata… da se stessi.

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Una base è spesso proprio l’ansia. Nei mangiatori ansiosi è tipico il legame intercorrente tra ansia e cibo, specialmente se l’ansia deriva dall’apprensione o dalla preoccupazione per un evento futuro che viene immaginato spiacevole o pericoloso.

Fame nervosaL’ansia è una sensazione diffusa vissuta come una minaccia indefinita per il benessere e non deve essere confusa con la paura, che è il risultato di una sensazione specifica, immediata e fisica. Il soggetto ansioso tenta di alleviare con il cibo i sintomi di sudorazione, agitazione, tensione, irrequietezza.

Per aiutare queste persone è necessario innanzitutto identificare le emozioni e la loro sequenza, i pensieri e le circostanze che creano l’ansia e quindi discutere e modificare in modo razionale l’atteggiamento mentale.

La Fame nervosa è quindi, una sensazione viscerale che spinge all’azione di mangiare senza che alla base ci sia una necessità di riempire lo stomaco. Il ripetersi di questi episodi rende purtroppo probabile l’ingrassare.

fame nervosaCome fare per differenziare tra fame corporea, fisiologica, e fame emotiva? Non è poi così difficile se si fa caso al fatto che la fame corporea non arriva così all’improvviso. È la Fame nervosa quella che prende di sorpresa e che fa aver bisogno di essere immediatamente sazio.

Una dieta come la Zona può essere un grosso aiuto  per identificare la Fame nervosa dato che, con i suoi 5/6 pasti quotidiani ci assicura un controllo della Glicemia ed evita così di avere fame vera. Se la fame si presenta comunque, è quindi molto facile identificarla immediatamente come Fame nervosa.

 

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