E’ vero che bisognerebbe mangiare a pranzo il primo e a cena il secondo, come sostiene la Dieta Dissociata?
Grazie al professor David Jenkins ed ai suoi studi che culminarono nel 1981 con la formulazione del nuovo parametro dell’ Indice Glicemico e, in seguito a questo, del Carico Glicemico, sappiamo fin da allora che la Dieta Dissociata, cioè carboidrati a pranzo e proteine a cena, è una assurdità scientifica.
Purtroppo, a tutt’oggi, molte persone credono a questa assurdità. Ma basta vedere i dati scientifici. Se io consumo un piatto di pasta a pranzo, come ci dice la Dieta Dissociata, verrà prodotta una dose abbondante di Insulina che, scatenando una ipoglicemia reattiva, da un lato mi farà accumulare grasso e dall’altro mi provocherà in breve tempo una sensazione di fame che mi spingerà a consumare dopo poco altri carboidrati ad alto indice glicemico, innescando un meccanismo perverso dell’Insulina che può anche essere l’anticamera del Diabete di tipo 2.

Se mi è permessa una breve parentesi storica, vorrei ricordare come la Dieta Dissociata fu inventata dal Dott. William Howard Hay nel 1911 ed è infatti anche nota come “dieta Hay” o “food combining”.
Il Dott. Hay nacque Hartstown, in Pennsylvania, negli Stati Uniti nel 1866. Si laureò in medicina nell’Università di New York nel 1891
Hay asseriva che molti disturbi sono dovuti a quattro cause principali:
1. consumo eccessivo di carne (e con questo possiamo anche concordare)
2. consumo eccessivo di carboidrati raffinati (farinacei) (ed anche con questo concordiamo)
3. non conoscenza della chimica della digestione (senz’altro molto più vero ai suoi tempi che ai nostri)
4. sovralimentazione (purtroppo oggi sempre più diffusa)
Ma se concordiamo con le premesse del dr. Hay, non concordiamo con alcune delle sue regole della Dieta Dissociata, in particolare con la prima:
1 – Non mangiare carboidrati con proteine e frutti acidi durante lo stesso pasto.
Siamo invece d’accordo sulla regola numero 2 – Mangiare verdura, insalata e frutta come parte principale della dieta.
Concordiamo anche sulla necessità di evitare alimenti raffinati nonchè gli eccessi alimentari
La Dieta Dissociata, in breve, si basa sulla teoria che se grandi quantità di carboidrati e di proteine sono miscelati nello stesso pasto, si forma un ambiente troppo acido per la riduzione degli amidi e troppo poco acido per una buona digestione delle proteine.
Numerose diete dimagranti, ciclicamente proposte come “novità”, si basano su questa teoria. Ma questa teoria è vera?
Le basi scientifiche e perciò l’efficacia di questo tipo di dieta sono controverse ed infatti già da tempo molti studiosi hanno preso posizione contro questo tipo di dieta, ma continuamente, in tutto il mondo, nuove pubblicazioni e nuove applicazioni la rilanciano. Forse si tratta di pigrizia intellettuale? Chissà.
Il Prof. Sheldon Margen dell’Università della California sostiene che non ci sono reali esperienze scientifiche che supportano questa teoria e che in effetti “tutti gli alimenti sono delle combinazioni”.
I fagioli per esempio contengono carboidrati (zuccheri e amidi), proteine e fibre. Il nostro sistema digerente è perfettamente in grado di gestire combinazioni di nutrienti.
Il processo inizia nella bocca dove la masticazione e la saliva cominciano il processo digestivo, iniziando la rottura degli amidi in zuccheri. Altri enzimi entrano poi in gioco pressoché completando la digestione degli alimenti, qualsiasi sia la loro combinazione.
Ma il fattore più importante e che all’epoca del Dott.Hay era assolutamente sconosciuto, è l’importanza dell’ Indice Glicemico e del Carico Glicemico, di cui si parla estesamente nel sito.

Nonostante il fascino di questa teoria, le evidenze scientifiche indicano che una dieta bilanciata come la Zona è più idonea sia come regime alimentare normale, sia come regime dietetico finalizzato al dimagrimento.
Inoltre è assai più pratica e soddisfacente dal punto di vista del gusto.
Per il resto, dal 1911 è passato oltre un secolo e, sebbene alcuni sembrano ignorarlo, anche nel campo della Nutrizione sono stati compiuti numerosi progressi scientifici che ci fanno oggi respingere la Dieta Dissociata, pur facendocela apprezzare per l’accento che poneva, forse per la prima volta, sull’uso di alimenti non raffinati molto migliori di quelli raffinati e sul danno derivante dall’ uso eccessivo di carne e di altre proteine.
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