L’ansia, che possiamo definire come l’inquietante compagna dell’uomo moderno, si presenta come un fenomeno tanto diffuso e tanto comune nella vita di tutti i giorni, che possiamo senz’altro considerare i nostri tempi come l’era dell’ansia.
In alcuni casi l’ansia prende una forma grave e paralizzante, mentre in altri casi può essere moderata se non addirittura costruttiva. A volte l’ansia dura molto a lungo, mentre altre volte si manifesta per brevi periodi.
In alcune persone l’ansia si manifesta apertamente mentre in altre assume una forma mascherata ed indiretta. Se quindi tutti andiamo prima o poi incontro a momenti di ansia, solo alcuni hanno manifestazioni che superano il livello di guardia.
Ma che cosa è veramente l’ansia? Quando la possiamo considerare patologica? Come si rivela e quali sono i sintomi veri e maggiormente indicativi? Quali sono le sue manifestazioni indirette?
Possiamo definire l’ansia come una tensione apprensiva, una irrequietezza che sorge dal sentire come imminente un pericolo, sia pure vago o di origine sconosciuta. E’ quindi uno stato emotivo molto vicino a quello della paura, ma con la differenza che in quest’ultima il pericolo è ben chiaro alla coscienza ed è solitamente esterno.
Non è, invece, altrettanto facile rendersi conto di quali siano le origini dell’ansia.
La persona ansiosa si sente “tesa“, “eccitata”, “nervosa“, “impaurita“.
“Mi sento preoccupato, ma non so perché“, è quello che dice la persona ansiosa o anche: “Devo riconoscere che le cose vanno bene, non ho motivi di essere cosi agitato, ma nonostante questo mi sento ansioso anche se non so proprio perché”.
Il fatto è che, nel caso dell’ansia, i motivi si trovano all’interno del soggetto stesso, sepolti nel suo inconscio, e hanno le radici che affondano in esperienze molto primitive nella vita di una persona.
L’ansia normale.
L’ansia non sempre è nociva, come dimostrano alcune ricerche che indicano come essa migliori le prestazioni dell’individuo e gli dia “tono”. Solo se supera una certa misura, che varia da individuo a individuo e da momento a momento, comincia ad avere effetti dannosi.
L’ansia è una forza importante nella formazione del carattere e nello sviluppo della persona: considerata sotto questo aspetto, e se rimane contenuta entro certi limiti, essa può esercitare un’influenza positiva, perché neutralizza l’apatia e la tendenza a ”sedersi”, ormai soddisfatti di sé.
In determinate occasioni, essa può ancora venir considerata normale, perfettamente fisiologica; è infatti essenzialmente nella natura dell’uomo il provare ansia di fronte a minacce di un dato tipo e di una certa intensità. Rendersi conto dei propri limiti, della propria impotenza e vulnerabilità, come succede di fronte alle malattie, alla vecchiaia e alla morte, provoca uno stato ansioso che possiamo considerare normale.
Ci troviamo, cioè, nella medesima condizione del bambino piccolo, nel periodo della sua completa dipendenza da coloro che lo circondano. Proviamo, inoltre, un’ansia normale ogni volta in cui passiamo da quanto ci è familiare e ben noto, a qualche cosa di nuovo, sconosciuto, non sperimentato mai ed incerto.
Chi, ad esempio, si trasferisce in una nuova città, in un nuovo posto di lavoro o in una nuova famiglia, abbandonando così luoghi e persone abituali, prova un senso di vuoto: questo avviene anche se il cambiamento è desiderato e considerato come positivo.
L’adolescenza ci fornisce comunque il più tipico e comune esempio. La necessità e il desiderio di allontanarsi dall’ ambiente protetto della famiglia e di sentirsi indipendente, ha un suo costo: il momento di decidere la carriera di studi e di lavoro, il primo appuntamento con un partner o i problemi del sesso in genere, l’ inserimento nella società adulta con relazioni nuove e personali, in veste di membro responsabile, sono cause di tensione ansiosa.
Va però detto che questa ansia, anche se turba profondamente il giovane, non è patologica; è, invece, uno stato positivo, seppure faticoso, che accompagna l’ “uscita dal guscio”, verso la maturazione e la crescita.
L’ansia è quindi il pedaggio che si paga ogni volta che ci si avvia a lasciare il mondo delle cose collaudate per affrontare il mondo del possibile.
Oggi, però, il possibile si è enormemente allargato. La società moderna ci pone di fronte ad un numero praticamente infinito di possibilità e sempre più ognuno di noi è solo di fronte all’assunzione di responsabilità; quanto più siamo liberi nel comportamento e nel giudizio, tanto più ci troviamo in situazioni ansiogene.
L’ansia patologica.
Si differenzia da quella normale quando viene vissuta con un profondo senso di debolezza e di impotenza verso il futuro, così che l’individuo prova la sensazione di non farcela. Anche in questo caso, ci sono delle notevoli differenze: il livello d’ansia può presentarsi più o meno elevato secondo la persona e variare da momento a momento; inoltre, bisogna tener presente la singola capacità di sopportazione.
C’è, infatti, chi sembra in grado di vivere in modo soddisfacente pur con un’ansia considerevole e chi, invece, crolla di fronte ad ansie apparentemente più deboli. L’ ansia ha, quindi, manifestazioni soggettive e la sua presenza come la sua intensità non sono sempre osservabili dall’esterno.
Un dato importante, che si può notare facilmente da un esame dei sintomi, è che l’ansia patologica si presenta come un fenomeno multidimensionale: vi è coinvolto l’intero organismo, nelle sue dimensioni psicologica, sociale e somatica.
Cercando di cogliere le varie manifestazioni dell’ansia, si nota come esse abbiano una caratteristica comune: l’ansia è provata sempre allo stesso modo e si presenta sempre con le stesse caratteristiche; ciò che varia è la sua estensione, la sua acutezza, la sua cronicità, il grado della sua fissazione come processo patologico.
A lungo l’ansia e le sue manifestazioni sono state considerate delle nevrosi, un vasto gruppo di disturbi caratterizzati da ansia non legata a fattori specifici. Questi disturbi devono la loro concettualizzazione in buona parte al lavoro di S.Freud. I disturbi d’ansia possono assumere varie forme.
Una fra le manifestazioni dell’Ansia che si ripercute sull’alimentazione è la Fame Nervosa, di cui si parla in una pagina apposita