Anche l’occhio vuole la sua parte. Psicobiologia dell’alimentazione

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Dott. Gabriele Buracchi

Dott. Gabriele Buracchi

Dottore Nutrizionista, Biologo, Psicologo

Anche l’occhio vuole la sua parte. Psicobiologia dell’alimentazione per  una maggior consapevolezza alimentare.

 

I fattori che entrano in gioco nella nostra alimentazione sono tantissimi e tutti finiscono con l’influenzare, in maniera positiva o negativa, la nostra alimentazione.

Uno di questi fattori risponde perfettamente al vecchio detto “Anche l’occhio vuole la sua parte”. Purtroppo, però, non sempre “l’occhio” ci permette di valutare esattamente quello che mangiamo, facendoci così andare incontro ad errori alimentari.

Molto interessante a questo proposito è uno studio compiuto con soggetti tra 20 e 25 anni di eta’.

occhio vuole la sua parte. Psicobiologia
Il livello di dolcezza e di colore erano indipendenti

I volontari  bevevano una bibita con diverse gradazioni di colore e di dolcezza. Furono usati 5 diversi livelli di dolcezza e 5 diversi livelli di colorazione, tra loro indipendenti, in una bibita al limone.

Dallo studio risultò che con l’aumentare dell’intensita’ del colore, i soggetti riferivano la percezione di bevande piu’ dolci, indipendentemente dal reale contenuto di zucchero del bicchiere.


occhio vuole la sua parte. Psicobiologia
La colorazione era indipendente dal gusto

In un altro studio, i soggetti che effettuavano il test furono divisi in 5 gruppi in base all’età: tra 2 e 7 anni, tra 8 e 9, tra 10 ed 11, tra 12 e 18, di 19 anni ed oltre.

Ai soggetti furono date bevande aromatizzate al cioccolato, arancia, ananas e  fragola. Le bevande erano colorate di marrone,  arancione, giallo o rosso, indipendentemente dal gusto. Dopo aver assaggiato ogni bevanda  i soggetti dovevano scegliere quale fosse il gusto della bevanda.

L’esperimento ha verificato un forte numero di errori di giudizio ed inoltre si è visto che i soggetti più giovani facevano più errori associati al colore. In altre parole essi facevano maggior affidamento sul colore delle bevande nel decidere  quale fosse il gusto rispetto ai soggetti piu’ vecchi


 In un terzo esperimento, infine, i soggetti assaggiavano bevande all’uva, limonata, ciliegia ed arancia, con differenti colori. Quando i soggetti assaggiavano le bevande ed erano in grado di vedere il colore “giusto”della bevanda erano sempre in grado di identificare correttamente il gusto della bevanda stessa, mentre quando non potevano vedere il colore il numero di errori era maggiore.

Il giudizio delle persone (%)

Gusto reale

GR

LL CH OR

OT

UVA

70

15 5 0

10

LIMONATA

15

50

5 15

15

CILIEGIA

0

40

30

10

20

ARANCIA

0

50 5

20

25

GR=UVA; LL=LIMONATA; CH=CILIEGIA; OR=ARANCIA; OT=ALTRO
(Corretta % in GRASSETTO).

 

Per questo affidarsi alla Dieta Zona personalizzata può evitarci di compiere facili errori alimentari.

Alimenti come drogheAnche l’occhio vuole la sua parte. Psicobiologia dell’alimentazione. Bibliografia

1)Roth, H.A., Et al., Psychological relationships between perceived sweetness and color in lemon- and lime- flavored drinks.  Journal of Food Science, 53:1116-1119, 1988.

2) Oram, N., The influence of flavor and color on drink indentification by children and adults. Dev. Psychobiology, 28:239-46, 1995.

3) Dubose C.N., Effects of colorants and flavorants on identification, perceived flavor intensity, and hedonic quality of fruit-flavored beverages and cake. Journal of Food Science, 45:1393-1399, 1415, 1980.

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