Influenze degli acidi grassi Omega-3 e Omega-6 sull’ ADHD (Disturbo da Iperattività/Deficit d’Attenzione).
Secondo alcuni ricercatori la maggioranza dei regimi alimentari dell’occidente moderno non apporta una adeguata quantità di Omega-3. In particolare Donald Rudin e Clara Felix(1) postulano l’esistenza di una sindrome da “disturbo di modernizzazione” (modernization-disease syndrome) da attribuisi alla carenza dell’acido grasso in questione. I due autori sostengono quindi che l’ ADHD è parte della sindrome ed affermano che: “…bambini con ADHD tendono ad avere più allergie, eczemi, asma, mal di testa, infezioni alle orecchie e dermatiti che i coetanei normali”.
La posizione di Rudin e Felix è supportata da una crescente quantità di ricerche scientifiche; il collegamento tra la carenza di Omega-3 e ADHD è stato confermato da una serie di studi in cui in bambini iperattivi i livelli ematici di Acido Docosaesaenoico (DHA), un acido grasso Omega-3 indispensabile per le normali funzioni della vista (perché presente nella retina) e della corteccia cerebrale(2), sono risultati sensibilmente inferiori a quelli di coetanei non iperattivi.
Integrazione dietetica con Omega-3 ed Omega-6 ed effetti sull’ADHD.
Ricercatori inglesi sostengono di poter migliorare, attraverso un supplemento dietetico di “olio Omega” contenente acidi grassi essenziali Omega-3 ed Omega-6, il comportamento e l’intervallo di attenzione in adolescenti con ADHD.
La dottoressa Madeleine Portwood(3), del Durham Council, ha condotto uno studio in cui la dieta di 20 ragazzi con ADHD di età compresa tra i 12 ed i 15 anni è stata integrata con capsule di olio di pesce Omega-3, contenenti Acido Eicosapentaenoico (EPA), Acido Docosaesaenoico (DHA), Acido Gammalinoleico (GLA) e Vitamina E: sostanze ricavate dall’olio di pesce (ricco di Omega-3) e dall’olio di borragine (virgin evening primrose oil: una delle poche fonti al mondo, oltre l’avena e il latte materno, di GLA); il supplemento consisteva in sei capsule giornaliere (equivalenti a 500 mg di EPA).
I soggetti sono stati reclutati nel Greenfield Community Arts College di Newton Aycliffe e inoltre il 90% dei casi presentavano un Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività valutato tra il moderato ed il grave.
I risultati sono stati pubblicati nel libro Nutrition and Healt e sul sito NutraIngredients.com nel marzo 2006.
Dopo tre mesi di trattamento la carenza di attenzione diminuì del 77% e l’impulsività del 60%.
I meccanismi sottostanti gli effetti del supplemento dietetico sarebbero, per gli autori, specifici per ciascuna componente biologica dell’olio Omega.
L’ Acido Eicosapentaenoico (EPA) è un Omega-3 e funge da regolatore degli enzimi Delta-5-desaturasi e Delta-6-desaturasi che dirigono il flusso di EFA Omega-6 verso la trasformazione in Eicosanoidi “buoni” o “cattivi” e che a loro volta influenzano importanti funzioni corporee. Sembrerebbe dunque che gli EPA favoriscano la vasodilatazione (grazie all’azione sulla prostaglandina E1) ed ostacolino la vasocostrizione e l’aggregazione piastrinica (inibendo la produzione di tromboxano A2) aumentando in definitiva il flusso sanguineo nel corpo; avrebbero inoltre influenze (sempre mediate dagli Eicosanoidi) sul sistema immunitario che si riperquoterebbero sulle funzioni cerebrali(4).
L’ Acido Docosaesaenoico (DHA) è presente nei canali ionici delle membrane delle cellule cerebrali e può facilitare la trasmissione del segnale nervoso; essendo immagazzinato nella corteccia cerebrale e nella retina soprattutto nei tre mesi precedenti e nei tre mesi successivi alla nascita è di fondamentale importanza nello sviluppo del sistema nervoso centrale(5).
L’ Acido Gammalinoleico (GLA) è un acido grasso essenziale attivato, indispensabile per la produzione di eicosanoidi; in natura è molto raro da reperire, ed il corpo è costretto a produrlo, con l’ausilio dell’enzima delta-6-desaturasi, a partire dall’Acido Linoleico: un acido grasso essenziale introdotto con la dieta(4).

Estremamente interessante anche uno studio italiano(6). Come ci ricordano i ricercatori, l’ADHD è un disturbo che colpisce molti bambini con una percentuale stimata del 3%. Non si tratta semplicemente di bambini vivaci, ma di una patologia che ha diversi gradi di gravità su base neurobiologica e che altera fin dai primi anni di vita i rapporti interpersonali, con la famiglia e con i coetanei, di bambini che nella maggior parte dei casi hanno un’intelligenza normale.
L’unica terapia efficace finora conosciuta è quella farmacologica con psicofarmaci (con possibili effetti collaterali) da somministrare per tutta la vita. Alcuni ricercatori hanno rilevato nella maggior parte di questi soggetti una carenza di acidi grassi Omega-3. Nello studio è stato somministrato un integratore di Omega-3 con ridottissima incidenza di effetti collaterali, perché essi sono stati “assorbiti” nei tessuti che ne erano estremamente carenti.
Il rapporto AA/EPA, prima elevatissimo, si è portato a valori normali e quasi tutti i bambini hanno avuto un miglioramento clinico duraturo (quantificabile attorno al 25%) in termini di riduzione dell’iperattività e aumento dell’attenzione. Questo non significa aver risolto il problema dell’ADHD, ma sicuramente di aver dato uno strumento in più per la gestione di questo disturbo. Trattandosi di un integratore alimentare somministrato a persone carenti di tali sostanze, quello che viene proposto è un trattamento più naturale e meno pericoloso di quello farmacologico.
Non possiamo che concordare con quanto affermano i ricercatori italiani, ricordando che la Dieta Zona da sempre insiste sull’uso di alimenti come il pesce e la frutta secca, ottime fonti naturali di Omega-3.
Per approfondire anche altre cause legate all’alimentazione di questo disturbo:
Gli alimenti possono influenzare alcuni disturbi psicologici?
L’ ADHD.
Bibliografia:
1) Rudin, D. e Felix, C. (1996). Omega-3 Oils: A Practical Guide. Edito da Avery.
2) Hiser, E. Essential Fatty Assets. Pubblicato in eatingwell.com.
3) Portwood, Madeleine: Durham Council (2006). Pubblicato su NutraIngredients.com.
4) Sears, B. (1999). Come raggiungere la zona. Spering & Kupfer editori. (pp. 108-128).